Sacro e profano si uniscono nel nuovo singolo di Briga, “Atto di dolore“:non una preghiera ma una canzone volta ad analizzare con straordinaria freddezza una relazione ormai passata, riconosciuta come un peccato da cui c’è bisogno di redimersi.

Non si può accettare di essere ossessionati da una persona che non si conosce solo in base alle proprie idealizzazioni, non si può rinunciare ai proprio sogni in nome di un amore che non esiste. Questi i pentimenti di un uomo che si scusa, non con Dio, ma con se stesso attraverso una preghiera volta al recupero della propria personalità perduta a causa di una donna dalla quale non si può tornare. Protagonista assoluto è il disincanto di chi ha il coraggio di guardare oggettivamente alla propria vita per capire che non conosce la vera essenza dell’amata; di far crollare le illusioni e restare solo  un mondo sempre più indivualista. Da questa consapevolezza nasce un forte desiderio di libertà che porta l’io narrante alla ricerca dell’arme e degli amori in un tempo in cui non c’è posto per questi valori ormai perduti. L’anacronismo di un soggetto romantico, che è intenzionato a rifiutare la realtà per vivere in un poema in cui sia lecito impazzire per un sentimento svalutato e deprezzato, è palese, soprattutto nella seconda stronfa. Nel brano si mescolano due tendenze opposte: la prima liberatrice e la seconda unificatrice. Si assiste così ad un mondo in cui si è alla ricerca dell’amore impossibile e ci si chiede “scusa” per tutte le cose perdute in nome di un qualcosa mai concretizzato. Il brano è attualissimo nella società moderna, dominata dai social e dalle immagini, e sempre più disposta a rinunciare alla propria umanità per la libertà solo fittizia della priora vita.

Annalisa di Lorenzo