Ottobre 13, 2020

Quattro chiacchiere con: THE LANSBURY

THE LANSBURY sono un gruppo emergente di Torino. Il 26 giugno 2020 pubblicano il loro secondo singolo: SE ANCHE TU, dopo un primo brano di grande impatto come ALBA. Il trio torinese ribadisce le proprie intenzioni che sconfinano nelle radici del rock alternativo italiano (Marlene, Afterhours, Verdena) con qualche accenno, talvolta, all’emocore degli anni ‘90 (Fugazi, Cap’n Jazz, American Football). Con un testo che sa parlare di sentimenti e di libertà.

Li abbiamo intervistati per voi.

1. Ciao Ragazzi! Come state? The Lansbury è il vostro progetto musicale nato nel lontano 2015. Cosa vi ha spinto ad iniziare questo percorso artistico?

Ciao! Si procede, in clima di assoluta incertezza ma con l’energia che ci ha spinto a portare avanti questo progetto che nasce dalla voglia di riportare l’attenzione su determinati fenomeni socio-culturali che la produzione musicale contemporanea non sembra voler prendere in considerazione. Ci sembra che si riduca tutto alla narrazione di una vita medio borghese fatta di mal di testa post sbornia, feste deprimenti e asprina C, mentre per noi le tematiche da portare in musica devono scatenare riflessioni e la voglia di lottare per cambiare.

2. Come descrivereste il vostro sound? Quali sono le influenze musicali che prevalgono all’interno della vostra musica?

Descriverlo a parole ci porta a dover utilizzare delle etichette che non sappiamo utilizzare. Di solito proviamo a definirci vicini al post rock, allo shoegaze con una bella fusione alla Dragon Ball con l’emo-core fine ’90 e l’alternative italiano. Insomma, meglio che veniate a sentirci live o ascoltateci in streaming e poi scriveteci la pagina Wikipedia.

3. Dopo il primo singolo Alba, Se anche tu è il vostro ultimo singolo uscito lo scorso 26 giugno e la descrivete cosi “Se anche tu è la spinta di braccia per continuare a credere che cambiare le cose assieme è possibile ed è bello nonostante tutto”. È davvero possibile cambiare, alzarsi e liberarsi dalle catene delle ingiustizie? Descrivete ai lettori di Parole Indie come è nata questa canzone.

Nasce da una riflessione su quelli che sono i tempi che stiamo vivendo. Assistiamo alle morti in mezzo al mare di persone che migrano per disastri causati dal colonialismo tuttora vigente, ci si dice contrari ma si rimane sempre sul divano. Viviamo un mondo del lavoro che ci rende sempre più schiavi e precari. E in tutto questo che si fa? Nulla. 

Noi pensiamo che invece di sentire ripetere frasi come: “ma che si può fare? Il mondo è cattivo! lottare e resistere non serve a niente” ci sia il bisogno di alzare il culo e perlomeno provare a opporsi ad una finta democrazia che ti fa scegliere tra due opzioni: dentro o fuori e non ammette contestazioni.

4. Quali sono i vostri progetti futuri? Album in arrivo?

Per il momento pubblicheremo un EP. A breve dovrebbe uscire un nuovo video di un terzo singolo che ne preannuncerà l’uscita.

Intervista a cura di Greta Anello

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