Una ragazza in piedi di fronte al mare, la sua testa come una conchiglia in cui risuonano echi dei propri pensieri e un grido lontano che, a un tratto, richiama la sua attenzione.
Questa è l’ambientazione di Conchiglia, la nuova canzone di Tōru disponibile dal 27 ottobre per Pulp Dischi.
Un brano che parla dell’importanza dell’incontro e della conoscenza reciproca, tra atmosfere oniriche e introspettive che, come una spirale, avvolgono la canzone in un climax intimo ed emotivo.
Ciao Toru! Grazie per la possibilità di farti qualche domanda. Partiamo subito ripercorrendo
le tappe fondamentali del tuo percorso artistico: nasci come Elia Vitarelli e in precedenza sei
stato parte integrante dei Fiori di Hiroshima… Immagino che passare da una vita da band a vita solista, nel 2019, sia stata una sfida. Oggi, però, come ti senti? Hai secondo te trovato la dimensione giusta o sei ancora in evoluzione?
Credo sia più giusto dire che è stato un passaggio obbligatorio. Avevo enormi pretese nei confronti
dei compagni di gruppo, pretese che non erano pressoché mai soddisfatte. Per cui credo fosse un
normale sviluppo delle cose, niente di più. Trovare la dimensione giusta è un concetto un po’ complicato, sicuramente l’evoluzione deve essere costante. Cerco sempre di scoprirmi nuovo, giorno dopo giorno. Con tutti i vantaggi e le pene che questo processo comporta.
“Conchiglia” è una ballad, delicata, con tratti sognanti… ed è nato tutto da una poesia che ti è
stata donata. Puoi raccontarci un po’ la genesi di tutto questo?
Non racconterò l’episodio in sé, perché è una cosa che appartiene solo a me e all’altra persona.
Detto ciò, ci tengo a dire che è stata la prima canzone della mia discografia a presentare un testo
firmato a quattro mani, anche se è stata una cosa quasi involontaria. Non è stato un atto di intelletto,
ma di pura emotività, qualcosa di estremamente necessario e difficile da spiegare.
E credo che questa dimensione sia ben rappresentata dal brano stesso.
Come è stato il lavoro in studio? Sono stati apportati cambiamenti in corso d’opera oppure ciò che è stato registrato era esattamente quello che avevi pensato, ideato e buttato giù sin dall’i-
nizio?
Come ho raccontato in un’altra intervista, Conchiglia è l’unico brano del prossimo disco a essere
stato mixato nuovamente. La prima versione era più ritmata sin dal principio, ma peccava forse di
una certa mancanza di emotività. Il mix nuovo di Andrea Ciacchini in questo senso è riuscito a far sì
che quest’anima venisse fuori, riuscendo a valorizzare anche il lavoro precedente fatto da Nicola
Baronti che , insieme a me, aveva suonato i sintetizzatori e il pianoforte.
È stato un processo lungo, ma ne è valsa la pena.
Facciamo un gioco. Bussano alla porta, apri e ti chiedono di collaborare per un nuovo brano.
Soprattutto, vorrebbero averti come autore. Quale sarebbe l’artista (o la band) che vorresti
vedere appena apri la porta?
Credo che ce ne sarebbero talmente tanti che non riuscirebbero a passare dalla porta.
Una domanda estremamente complessa in questo senso. Ovvio che ci sono dei mostri sacri dai quali
vorrei imparare ogni cosa, primo su tutti Nick Cave. Per quanto riguarda la discografia italiana, una delle penne che continuo ad apprezzare maggiormente è sicuramente quella di Francesco Bianconi. Ma onestamente parlando , ci sono vari cantautori e cantautrici emergenti che mi piacciono molto e con i quali sarei interessato a condividere un processo di scrittura. Emma Nolde, Eugenio Sournia, Irene Buselli e tantissimi altri.
Ultima domanda, un po’ scontata, ma di rito: dopo “Conchiglia”, cosa dobbiamo aspettarci
da Tōru?
Sicuramente un disco in primavera e (spero) molti concerti. Poi, se sopravviverò alla brutalità del
mondo capitalistico, un altro disco.
Bio
Tōru è il nome d’arte di Elia Vitarelli, toscano, classe 1993.
Dopo la precedente esperienza musicale con i “Fiori di Hiroshima”, band con la quale ha condiviso palchi con artisti del calibro di Verdena, Edda, Calcutta e Fiumani, decide di dedicarsi ad un nuovo progetto che nasce da una più profonda esigenza individuale di esprimersi confrontandosi direttamente con la propria interiorità.
Il 27 Settembre 2019 esce il suo primo singolo “Soli” per Pulp Dischi, premiato poi con il premio GiovaniSì durante l’edizione del Rockcontest 2019. Il 28 Febbraio 2020 esce, per Pulp Dischi/Artist First , l’album di esordio “Domani”.
Dopo un tour di varie date lungo tutta la penisola, il 9 Settembre 2021 esce il suo primo libro “Coltelli e Crisantemi”, edito da Porto Seguro Editore, seguito da una serie di presentazioni musicate in centri culturali italiani.
Il 22 Aprile 2022 viene pubblicato il nuovo singolo “Una Giornata Particolare / Zabriskie Point” presentato tramite un concerto speciale in formazione semi-orchestrale di sei elementi.