“Daytona” è un singolo nato dalla collaborazione di Santy e Reech, due artisti emergenti del casertano che hanno scelto di raccontare in musica i drammi vissuti dai seguaci del “sogno americano“: i ragazzi che con la loro musica non vogliono semplicemente trasmettere un messaggio, ma lasciare un segno ben evidente che li renda immortali ed invincibili.
Alla base c’è sicuramente il desiderio di poter colmare ogni vuoto, ogni piccola crepa, con dell’oro colato che possa permettergli di splendere e abbandonare la solitudine tipica degli individui moderni, così connessi con il mondo ma, allo stesso tempo, così sconnessi dall’umanità.
La meta è il “paradiso terrestre”, ma quanto è duro il percorso per poterla raggiungere? Tanto, forse troppo, soprattutto quando nasci con le “ali tarpate”, in un contesto troppo più piccolo e marginale rispetto ai tuoi sogni, in un piccolo paese che sembra non offrire alcuna possibilità… E devi allora combattere contro i tuoi stessi pregiudizi, devi avere la forza di credere nell’impossibile, di compiere un vero e proprio “salto nel vuoto” senza nessuno che possa rassicurarti dicendoti che non cadrai durante il volo.
Ci sono troppi sacrifici che forse non verranno ricompensati, troppe critiche da parte di chi ha sempre “qualcosa da dire”, un’attesa frustrante e deleteria che ti consuma dall’interno ma che rende allo stesso tempo bella la tua vita, vissuta nel limbo dell’eterna aspettativa. Inabissarsi in questo mondo non è semplice, ti fa sentire alienato, spesso incompreso, e ti rende troppo diffidente per poter lasciare che qualcuno si avvicini alla tua vulnerabilità.
Il bisogno di una connessione si scontra con l’impossibilità di lasciarsi comprendere da una realtà troppo insensibile, alla quale hai dovuto adeguarti prima degli altri, imparando dal male per non permettergli di influire. E forse il “sogno americano” è solo un pretesto a cui aggrapparti per affrontare tutto con distacco, un vero e proprio autoinganno della mente: come se l’orizzonte dell’attesa ti permettesse di non essere colpito, se non in superficie, dagli eventi negativi, e cancellare il nome di una “stronza” dalla rubrica fosse meno doloroso su un iPhone di ultima generazione.
Articolo a cura di Annalisa Di Lorenzo