Esseho esordisce con “Aspartame“, album che si concentra sul racconto di una storia d’amore malata, dolce e violenta allo stesso tempo, ossimorica e in grado di creare una vera e propria dipendenza a chi la vive.

A dare il titolo al disco è l’omonimo singolo, che riesce a raccogliere i fili che si diramano negli altri testi e a stringerli tra di loro conferendogli unicità e compattezza.

Il fumo, usato per riempire il vuoto, finisce per essere metafora del masochismo a cui l’uomo è portato quando sa di aver toccato il fondo e si sforza di dare il peggio di sé per poter risalire senza sentire il dolore della perdita.

Non ci sono certezze, solo mostri, e le principesse finiscono per essere circondate da mille ranocchi che non diventeranno mai principi: questa è la realtà, il disincanto volto a sfatare i miti favolistici e utopici, impossibili da realizzare al di fuori della dimensione onirica.

Nel mondo reale non esiste il “per sempre felici e contenti“, ci si innamorata per sbaglio, senza volere niente, ci si scontra e ci si scorda ( nel senso che ci si dimentica, ma anche che si ravvisa l’impossibilità di potersi accordare con l’animo frantumato dell’altro). Ad offuscare la mente dell’io narrante sono i ricordi delle notti passate sui marciapiedi a stringersi con l’amata, il sesso violento perché dettato da un odio nascosto, il possesso malato da cui non ci si può svincolare.

Ci si vuole, ci si possiede, ma non si può tornare indietro nonostante tutto, e questo fa tremendamente male. L’amore non è zucchero, ma asfaltame, un dolcificante in grado di renderne, quasi per un illusione dei sensi, il gusto dolce. L’amore è una mera illusione a cui l’uomo si aggrappa per non sprofondare nella noia, ma che finisce per condurlo al buio più totale.

Annalisa Di Lorenzo