“Ghettolimpo” è il nuovo album di Mahmood, artista per metà egiziano e metà italiano, caratterizzato da un animo diviso tra due culture e dal sentimento di sradicato tipico di chi non riesce a ritrovare il proprio posto nella società e nel mondo.
Il titolo è un neologismo volto a sottolineare l’incontro tra due dimensioni diverse: la realtà del ghetto e l’olimpo della mitologia, utilizzata per sublimare la storia e innalzarla, per ricongiungere l’effimero all’Eterno e riempire il vuoto lasciato dalla massificazione della società attraverso l’uso di metafore.
L’io narrante riconosce se stesso in Narciso, ma nella sua versione peggiore, che non riesce a riconoscersi più nell’immagine rispecchiata dall’acqua: le sue origini egiziane non possono unirsi a quelle occidentali se non in modo violento e finisce per perdere la propria identità, per non sapere più raccattare i frammenti della propria anima. Cos’è il successo? Nella vita conta solo l’amore, ma l’amore può ancora esistere? Troppe domande a cui non esiste una risposta. L’unica soluzione è riuscire ad esorcizzarle attraverso la fuga dalla realtà che ha come unica meta il mondo onirico in cui le contraddizioni possono essere risolte.
Articolo a cura di Annalisa Di Lorenzo