Maggio 31, 2021

Gu.A.St.O. fuori l’EP delle Yayanice

Ci siamo, il momento che tutti stavamo aspettando è arrivato: Gu. A. St. O., il primo EP delle Yayanice fuori dal 28 maggio. Il titolo è un acronimo di Guardare Attraverso STrani Occhi.

Cinque brani con sound diversi che si sono trovati sulla stessa strada e sono entrati a fare parti di quello che volgarmente chiamiamo album.
“Non chiamatelo album, non chiamatelo progetto, non chiamatelo gioco. Non chiamatelo. Ballatelo”. Il messaggio delle Yayanice è chiaro: Gu.A.St.O. sono cinque canzoni che non vanno capite, ma vanno ballate. Cinque storie raccontante da diversi punti di vista. La prima storia è “Coconut”, la pecora nera del gruppo, l’unico pezzo cantato in inglese. A raccontare
questo brano ci ha pensato un sound dance anni ’90.
Si passa a “Nero di Troia”. Il brano nasce da un’esperienza vissuta in prima persona dalle Yayanice. “E’ un brano pensato ed ispirato ad una persona che ci ha ferito, che ci ha girato le spalle e ci ha parlato in modo poco chiaro confondendoci. La canzone vuole essere uno sfogo un po’ fuori dai denti, “in vino veritas” come si suol dire”. Si cambia stile e arriva il un beat ironico che strizza l’occhio al funky e all’hip hop. In questo sound viene raccontato “Sciacquone”. Un brano che vuole descrivere un gran finale, la presa di consapevolezza che serve a girare pagina, a chiudere un ciclo, quando tutto dentro di noi diventa chiaro e trova il suo posto,
senza più combatterci. Ed ecco che arriva una storia raccontata come una ballad: “Coriandoli”. Le sonorità sono molto fluide, liquide e sospese, nell’intenzione di evocare quella bolla dove tutto può succedere, dove il distacco dalla realtà lascia spazio in qualche modo alla speranza che qualcosa di buono si palesi, nonostante lo scorrere inesorabile del tempo.
Questa avventura si conclude con “Mezcal”, l’ultimo brano e il pezzo più inaspettato. Il contenuto della canzone vuole essere intenzionalmente semplice, ripetitivo, per non cozzare con la ritmica tutta da
ballare. Gu.A.ST.O. è questo. Cinque storie raccontate in modo diverso, ma che ci parlano comunque del viaggio delle Yayanice.

Biografia
Le Yayanice sono un dinamico duo formato da Chiara Iannice (voce) e Giulia Facco (tastiere). Chiara si avvicina alla musica a 16 anni, quasi per gioco. Insieme alle sue compagne fonda una band tutta al femminile, un’avventura che si concluderà con la maturità. Solo all’età di 32 anni Chiara si riavvicinerà al canto. La vita è imprevedibile, ma una cosa è certa:
la musica è salvezza. Questo forte bisogno di esprimersi attraverso una delle arti più belle, la porterà ad approfondire lo studio del canto. Lezioni
mirate all’esplorazione e allo studio della voce. Giulia, invece, ha una storia diversa. La ragazza ha studiato piano classico fin da bambina, ma in tarda adolescenza scopre il jazz. Nel 2014 si diploma al conservatorio jazz di Rovigo e nello stesso periodo esce anche il suo primo disco, “The
Prophecy”. Il 2017 è l’anno di svolta. Chiara e Giulia si incontrano e incominciano a suonare insieme nella band bolognese Ya-nice,
cimentandosi in cover di brani funky, r’n’b, new soul e nell’ultimo periodo anche house. L’avventura con la band si conclude, ma Giulia e Chiara decidono di continuare insieme e diventano il duo che tutti
conosciamo: le Yayanice. Le ragazze iniziano una collaborazione con Nicolò Scalabrin e Riccardo Di Vinci e nasce così il progetto Gu. A. St. O.. Cinque brani pubblicati tra il 2020 e il 2021. Il 28 maggio arriva il capitolo finale. Tutti i brani vengono raggruppati ed esce ufficialmente Gu. A. St.O..

La Redazione

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