I Calembour sono un gruppo musicale indie-folk formatosi nel 2017 a Torino, composto da Marco Cibonfa (voce, chitarra, batteria) e Andrea Criniti (voce, banjo, mandolino). Dopo la pubblicazione del primo EP, intitolato “Let The Wind Lead Us Home”. Nello stesso anno la band vince lʼ Aritmia Music Festival e si esibisce in apertura al concerto di Frah Quintale. Il secondo EP “Lonely Heart”, presentato in anteprima a “La Bellevilloise” di Parigi e al “The Waterhole” di Amsterdam, insieme allʼartista texano Jordan Matthew Young. Durante la pandemia di Covid-19, il gruppo lavora alla produzione di nuovi brani. Tra questi la prima release sarà “Hey Ginevra”, brano scritto durante un day-off dellʼ’ultimo tour, sulle sponde dellʼ’omonimo lago svizzero.
Abbiamo scambiato qualche chiacchiera con loro, continua a leggere!
Ciao ragazzi, innanzitutto siamo curiosi di sapere un po’ qualcosa in più di voi, come vi siete conosciuti e come siete arrivati a questo genere?
Ciao! Ci siamo conosciuti proprio per Calembour, Marco aveva messo su la band insieme ad alcuni amici di vecchia data e mancava un banjoista, cosa non facile in zona Torino. Così mettendo un po di annunci in giro per la città ci siamo conosciuti e da subito abbiamo prima condiviso la musica e dopo, imparando a conoscerci col tempo, l’amicizia.
Quali sono le cose che generalmente vi ispirano di più per la composizione di un pezzo?
L’ispirazione nasce in modi diversi, capitato di scrivere brani perdendosi nei boschi di aprile come nel caso di Lonely Heart, in sala prove assieme ad altri amici musicisti come nel caso di The Great Wilderness Calling oppure ancora, come nel caso di Hey Ginevra, il nostro ultimo singolo uscito il 26 agosto, in viaggio. Il viaggio è forse il momento dove si raccolgono esperienze, riflessioni, certezze ed incertezze su noi stessi. Probabilmente il momento più importante per la sintesi dei nostri brani.
Per curiosità nostra, che differenza, se c’è, tra un festival in Italia e uno in un qualsiasi alto luogo in Europa?
Parlando per quella che è stata sino ad oggi la nostra esperienza dobbiamo dire che si, in Germania, in Austria, in Olanda e persino in Francia c’è più attitudine all’ascolto durante un live in un piccolo club ma per quanto riguarda un festival, di norma non c’è grande differenza. Le persone che si trovano al festival sono li per ascoltare musica e sono già nel mood giusto quindi non possiamo dire di aver notato differenze tra Italia e altri paesi in questo.
Hey Ginevra nasce sul lago di Ginevra: ci siete poi ritornati a canzone ultimata?
Non ancora! Ma è una di quelle cose che dovremo assolutamente rifare, sarebbe bello tornarci in un day-off tra un concerto e l’altro, proprio come accaduto nel 2019.
Cosa avete in serbo per le prossime uscite?
Ci piacerebbe rilasciare nuova musica, Hey Ginevra ci sta togliendo molte piccole soddisfazioni e i brani nuovi ci sono ma è una scelta che dobbiamo ponderare bene e trovare un modo per far si che le uscite abbiano un senso per noi prima di tutto.
La Redazione