Ottobre 15, 2022

Oberdan racconta il suo primo album “Forever Noi”

Oberdan è il progetto musicale elettronico di Leonardo Antinori polistrumentista classe ’95 nato e cresciuto a Pesaro adesso di base a Milano che, con Forever Noi, anticipato dai singoli Miracoli e Classic, definisce il suo nuovo lavoro artistico da solista e intraprende un percorso di maggiore maturità e consapevolezza artistica, con l’etichetta milanese FLUIDOSTUDIO.

Già definito dal magazine Ondarock “artista baroque pop, con ritmi matematici che scandiscono un universo sonoro fatto di arpeggi eterei e psichedelici, sfuggendo ai canoni del nuovo cantautorato pop.”, in questo nuovo percorso Oberdan si immerge in territori più tenebrosi e legati a una forte spiritualità.

“Ho impiegato diverso tempo per capire come far funzionare una canzone basata sul concetto di ripetitività e cassa dritta senza farla risultare noiosa. Dopo la scrittura delle prime canzoni, nel 2018, avevo deciso di fermarmi pensando che, in fondo, questa musica non facesse per me.” confessa Oberdan.

E invece Forever Noi, pubblicato da FLUIDOSTUDIO, vede oggi la luce: una raccolta di sette brani che compongono un vero e proprio viaggio mentale dell’artista raccontato in musica.

Come nasce il progetto Oberdan?

Oberdan è un progetto nato nel 2018. Al momento della sua nascita suonavo ancora nel mio progetto precedente: i Gastone (batteria e voce in studio – chitarra e voce nei live). Questo progetto era legato all’esigenza personale di venire a contatto con la musica elettronica, soprattutto quella dance, un tipo di musica che in qualche modo ho masticato sin dall’infanzia in quanto mia madre è stata ballerina e poi insegnante di danza moderna per tanto tempo, mentre mio padre dj oltre che musicista. Ricordo Smack My Bitch Up dei Prodigy uscire dall’impianto di casa mia già da quando ero un bambino.

Cosa c’è dietro Forever Noi?

“Forever Noi” è nato in pieno periodo coprifuoco. Ho iniziato la sua scrittura a ottobre 2020 per poi terminare a maggio 2021. Era un periodo assolutamente particolare, fare qualsiasi tipo di progetto futuro era diventato impossibile e le giornate sembravano un po’ tutte uguali. In questo limbo esistenziale, i miei rifugi sono stati questo disco e i miei amici/fratelli con cui passavo le giornate. Il disco è stato suonato tutto attraverso macchine analogiche: sintetizzatori e drum machine. Non è stato usato nessun software e questa caratteristica lo rende particolarmente sporco e vivo. Il titolo è preso da una scritta che ho letto su un muro durante una delle mie passeggiate vicino al paese in cui abitavo.

Le influenze musicali / artisti che ti ispirano maggiormente?

 I miei artisti di riferimento sono continuamente cambiati nel corso del tempo. Sono cresciuto ascoltando Arctic Monkeys, Babyshambles, Pixies, Verdena, Queens Of The Stone Age, Nine Inch Nails, The Beatles, Nick Cave & The Bad Seeds e chi più ne ha più ne metta. Mentre scrivevo “Forever Noi” ascoltavo compulsivamente Jessie Ware, Roisin Murphy, Tha Supreme, Crystal Castles (cuori), Fuck Buttons (super cuori) e Kavinsky. Le sonorità dark di questi artisti, soprattutto gli ultimi 3 penso abbiano avuto un peso rilevante sulle sonorità del mio lavoro.

Sogni nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto è avere un lavoro che mi dia sempre nuovi stimoli e mi consenta di gestire il tempo libero come meglio credo. Diventare schiavo di un qualsiasi lavoro full-time è il mio più grande terrore da sempre. Questo discorso vale anche per la musica che, sebbene sia sempre stata per me l’attività più stimolante, se dovessi pensare di farla 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana mi risulterebbe assolutamente stucchevole. Nel momento in cui ho scritto questa risposta, l’ho riportata alla mia coinquilina che mi ha fatto notare come io abbia risposto con una paura e non con un sogno, tuttavia, è la risposta che mi sento di dare ora.

La Redazione

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