La polvere che copre gli oggetti persistenti nella memoria come simbolo dello scorrere del tempo che, nonostante tutto, non può sgretolare ciò che c’è stato e continua ad esserci, è sostituita dalla cenere derivante dalle macerie che restano di quegli stessi.
Ricordi che bruciano nelle arterie fino ad essere distrutti dal fuoco che li consuma rendendoli inconsistenti. Passare un’intera vita con una persona per poi scoprirla un estraneo, questo è il punto di arrivo di Listanera in “Polvere“, brano che si concentra sull’effetto deleterio del tempo.
Un giorno ti svegli, e semplicemente sei vecchio. Il passato appare così lontano da sembrare un sogno, non c’è più niente di vivido, la presenza si trasforma in assenza e non c’è Dio che possa avere pietà di te. Dal cielo piove solo il sangue di ferite ancora profonde nell’anima. Non si dimenticano i sentimenti, si dimentica tutto il resto, e ti senti vuoto, come se l’intera vita che hai vissuto fosse priva di senso, come se nemmeno ti appartenesse, come se l’avessi solo sognata e mai vissuta. I colori sono sostituiti da foto in bianco e nero, le uniche in grado di restituirti il senso di quei lividi a colori che vedi sulla pelle.
Era davvero questo il piano? Il punto di arrivo? Dimenticare, dimenticarsi, ma non potersi scordare.
Articolo a cura di Annalisa Di Lorenzo