Dicembre 2, 2022

The Recoveries presentano il loro EP

The Recoveries EP” nasce a seguito della scelta di pezzi che erano in cantiere già da qualche tempo, circa un anno, prima di entrare in studio a registrare.
 
I quattro brani che formano il disco sono stati scelti tenendo bene a mente il concept che si voleva far trasparire: affrontare sé stessi, superare gli ostacoli e le paure, rinascere.
 
È un album dalle ambientazioni solitarie, a tratti cupe, che caratterizzano ogni pezzo. Evidenziando questo aspetto, da ognuno dei 4 brani scaturisce la forza che sorregge e avvolge ogni storia. Forza che riguarda non solo l’uomo ma anche la natura, un elemento presente in tutto l’album.
 
Il messaggio dell’EP si percepisce seguendo l’ordine della tracklist: tra i pezzi ci sono risvolti positivi e negativi che si alternano ed è ciò che accade nella vita quotidiana di ogni individuo. Ciò che è davvero importante è trovare un motivo per rialzarsi e proseguire il proprio cammino con maggiore consapevolezza.

Benvenuti! Il vostro Ep è nato da un lavoro di composizione lungo circa un anno. Come vi sentite ora che il vostro prodotto è fuori? Quali sono stati i riscontri ricevuti?

Ciao! È stato molto emozionante vedere i quattro pezzi finalmente online, dalle piattaforme streaming alle stories Instagram di amici e sostenitori. Essendo il nostro primo vero lavoro, le sensazioni che abbiamo provato dopo la pubblicazione all’inizio erano un’incognita: abbiamo provato a
immaginarle lungo il percorso di creazione e produzione, ma quando ciò accade davvero è tutta un’altra storia. Ci sentiamo sicuramente soddisfatti del risultato e un po’ più sereni per aver mosso i primi passi nel mondo della musica inedita emergente con il nostro progetto, allo stesso tempo però ci sentiamo in dovere di rimetterci subito all’opera, nei confronti di noi stessi e di chi ha apprezzato questo primo lavoro. I riscontri sono stati utili e positivi e ciò che ci fa davvero piacere è averli ricevuti da diversi
tipi di ascoltatori: questo ci permette anche di definire meglio ciò che i nostri lavori vogliono e possono essere. All’inizio di un lavoro di questo tipo si sperimenta, si gioca un po’ con i suoni e questo ti porta a fare dei viaggi musicali in cui molte volte puoi perderti (in modo positivo) per poi ritrovarti in un qualcosa di nuovo che però ti piace e quindi decidi di proseguire per quel sentiero, poi se alle persone piace vuol dire che funziona e che la direzione è quella giusta.

“The Recoveries Ep” ha un’ambientazione molto solitaria e una relazione forte con la natura. Ritenete che proprio la natura sia stata la fonte di ispirazione per il vostro lavoro? E in più, la natura è un’“entità” che va vissuta necessariamente in solitaria?

La natura è sicuramente fonte di ispirazione del nostro disco e crediamo che non sia necessario partire all’avventura in stile “Into The Wild” per capire quanto essa sia presente e importante. La natura è ovunque: è la pioggia che ti bagna il vestito buono ed è il sole che ti riscalda dalla finestra di casa. È in ogni ritaglio di cielo anche nella città più affollata.

Cosa vi ha spinto a sviluppare un album concettuale che ha un filo conduttore tematico che si sviluppa tra le canzoni?

Man mano che scrivevamo venivano fuori strutture musicali che, nello sperimentare, erano in qualche modo vicine tra loro. Le stesse hanno influenzato le nostre emozioni e di conseguenza i testi che abbiamo buttato giù. All’inizio il nostro intento era principalmente quello di scrivere, senza porci degli obiettivi precisi sulle tematiche da affrontare, così abbiamo iniziato. Dopo un po’ di tempo avevamo abbastanza materiale da poterlo analizzare e ciò ci ha aiutato a sviluppare la trama del disco, scegliendo
con consapevolezza quali brani inserire all’interno dell’EP.

Qual è il brano a cui vi sentite emotivamente più legati? E qual è quello a voi più lontano, se questo dovesse esistere?

“Istinto Primordiale” è stato il primo brano che abbiamo deciso di aggiungere alla tracklist di questo disco. Volevamo raccontare una storia che, in un modo o nell’altro, avrebbe potuto accomunare chiunque. Prima o poi capita di fare i conti con sé stessi, col passato, con alcune emozioni che fino a poco prima si tenevano rinchiuse nel baratro del proprio animo. Sta al singolo individuo trarre la forza da quelle stesse emozioni per “rincasare” verso la pace interiore. Ci siamo immersi nelle immagini che
stavamo descrivendo ed il pezzo è venuto fuori in pochissime ore. Nessuno degli altri brani invece è “lontano” da noi in quanto se lo fosse stato non avrebbe fatto parte del nostro disco d’esordio.

In quanto artisti “sfruttate” la musica per raggiungere una vostra pace interiore? Per voi, invece, ha avuto una funzione catartica, una sorta di protezione dai mali del mondo?

Sì, anche se ciò non avviene sempre in modo diretto. Potresti non avere il coraggio di affrontare un determinato aspetto di te, della tua vita o delle tue paure, ma poi lo scrivi in una canzone perché in realtà hai bisogno di farlo e quindi in un certo senso quando lo canti lo affronti. Per quanto riguarda noi, sin da ragazzini ci siamo rintanati in cameretta ad ascoltare musica e suonare, ed è sempre stato anche un modo per proteggerci, lasciando fuori tutto il resto.

Quanto hanno influito le vostre influenze musicali nella composizione del disco?

Abbiamo vari punti di riferimento nella musica ma durante la scrittura non li usiamo a mo’ di ricettario per cercare la formula giusta, piuttosto fino ad ora abbiamo fatto sì che agissero su di noi in modo velato durante il fluire delle idee, per ispirarci affinché tirassimo fuori qualcosa di originale.

Cosa vi aspettate dal futuro?

Sicuramente continueremo a scrivere musica, sperando di riuscire ad arrivare ad pubblico sempre più vasto.

La Redazione

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