Alessio Ciccolo, cantautore calabrese di stanza a Bologna, pubblica il suo EP d’esordio, Solo un dovere. Si tratta di un viaggio formativo nel vero senso della parola, un giro di boa verso la maturità. Rappresenta il passaggio dall’Università al mondo del lavoro, dalla giovinezza all’età adulta, raccoglie 5 brani che sono la fotografia di un momento di cambiamento ma anche di consapevolezza. L’abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato…
1) “Solo un dovere” è il titolo del tuo EP d’esordio, prima cosa, come ti senti a questo debutto?
È stato un percorso tortuoso, per cui mi sento felicemente stanco. Adesso ho maggiore consapevolezza e orgoglio del lavoro pubblicato, e soprattutto carico per le prossime sfide.
2) Il titolo mi fa venire in mente tutte quelle volte che ci troviamo a dover fare le cose per dovere appunto e non per piacere, quando e perché hai deciso di chiamarlo così?
Ho scelto questo nome in zona Cesarini, nelle ultimissime settimane che hanno preceduto l’uscita. Ora che ci penso questa frase è in grado di rappresentare accuratamente l’idea generale dell’EP: viviamo tutti seconda propria visione del mondo, ed è profondamente sbagliato ragionare secondo canoni prestabiliti da qualcun altro.
3) Entriamo nel vivo dei tuoi riferimenti musicali, ci sono dei brani ricalcano molto il tipo di scrittura di Niccolò Fabi, è tra i tuoi maestri?
Più che altro da Fabi ho assorbito l’introversione di raccontare la realtà che circonda me e chi mi accompagna quotidianamente; altri riferimenti possono essere le scelte testuali e d’arrangiamento dei recenti cantautori italiani e lo stile britannico anni ’90.
4) Parliamo di luoghi, in particolare Bologna, la città che ti ha accolto quando eri ancora uno studente e che oggi ti ospita da uomo adulto, lavoratore e musicista, come hai vissuto i tuoi cambiamenti interni ed esterni?
I portici di Bologna sono la culla perfetta per chi vive un momento di crescita personale e professionale. Ho impiegato del tempo a distaccarmi dalla provincia intesa come sistema di convinzioni e stereotipi che prima o poi ti vanno stretti; qui adesso ho trovato un habitat necessario per costruire qualcosa.
5) A chi vorresti dedicare questo tuo esordio?
Alla mia famiglia e alle persone che credono in me.
Intervista a cura di Greta Anello