Agosto 30, 2020

ANNALISA: GRAFFITI

L’impossibilità dell’eterno come fardello che pesa irrimediabilmente sull’essere umano è il concetto su cui fa perno Graffiti, nuovo singolo di Annalisa.

Alla base del sentimento amoroso c’è sempre una sorta di idealizzazione che porta un soggetto finito a desiderare l’infinito fino ad arrivare al punto di collisione in cui si perdono le coordinate razionali e si finisce per racchiudere il mare in un acquario, il cielo in un armadio e l’incessante scorrere del tempo in un solo attimo; fino a ritagliare uno spazio di eterno nella finitezza del mondo esterno.

I due amanti si configurano come graffiti, pensieri astratti scritti sui vetri dei grattacieli che un giorno saranno forse cancellati, ma che restano scalfiti nelle pieghe dell’anima senza possibilità di ritorno.

L’io narrante, catapultato fuori dalla perfezione dell’attimo in cui era rinchiuso, perde ogni contatto con una realtà che non può più soddisfarlo. Non esiste la musica, solo la voce lontana di chi racchiudeva in sé l’infinitezza divina, solo l’immagine di un uomo diventato la copia di tutti i suoi pensieri.

In una situazione tale non può esserci spazio per la fretta, poiché resta tutto proiettato verso la dimensione dell’attesa, tipica dell’amante che aspetta il ritorno dell’amato, nonostante tutto, configurandosi come nemico della temporalità. È come se fosse celato il desiderio di fermare il tempo per diminuire la distanza che intercorre tra il presente e il passato prossimo di un distacco mai voluto, come se non si potesse andare veloci per non dimenticare nulla di quello che è stato, come se si cercasse ancora di afferrare una mano ormai diventata un semplice ologramma di una mente ancora bloccata in un attimo che ha smesso di essere.

Annalisa Di lorenzo

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