Aprile 28, 2020

CAFFELLATTE: GUARDARE AVANTI PER NON SCHIANTARSI

Fuori oggi 28 Aprile 2020, Carta Stagnola, il nuovo singolo della cantautrice pugliese all’anagrafe e romana di adozione: Caffellatte.

Carta Stagnola è il racconto senza filtri di un passato non troppo facile ma del quale non bisogna vergognarsi. Al contrario, usarlo per accettare ogni briciola di ogni parte di ogni imperfezione di sé.

Di seguito l’intervista:

Ciao Giorgia! Come stai? Oggi è uscito il tuo nuovo singolo, Carta Stagnola, ben diverso dai precedenti Endorfine, Valium e Alcol Test per mood e attitude nel cantato. Come mai hai deciso di dare un’impronta diversa, seppur originale, a questo brano e cosa ti ha ispirata?

Ciao a tutti amici di Parole Indie! Allora il brano nasce dall’esigenza di esprimere qualcosa che ancora non avevo espresso attraverso le precedenti canzoni, un mood e un’attitude più intimi appunto. Di lì ho avuto le idee ben chiare a riguardo, avevo bisogno di solcare un terreno inesplorato per me, a livello di suoni in primis, e poi anche con la voce. Nasce così l’idea iniziale che poi si è trasformata in Carta stagnola.

“Ho scritto una canzone che parla di me senza filtri, ho riposto in una canzone tutte le mie fragilità […] perché si fa così con i cuori spezzati, si curano, e a differenza degli oggetti, i cuori spezzati diventano invincibili”. Quanto influiscono nella tua musica e nella tua scrittura le esperienze di vita accumulate fino ad ora? Quanto è difficile denudarsi del proprio passato e metterlo a disposizione delle persone?

La mia persona è divisa in due parti assestanti. Una delle due va a cento all’ora, questo implica un continuo guardare in avanti per evitare di schiantarsi; si tratta del mio presente, diciamo così, che riguarda soprattutto il lavoro e le relazioni sociali. La sfera del privato si svolge in un’altra direzione: amo profondamente ricordare, amo profondamente ricordarmi chi ero rispetto a chi sono diventata. Spesso questo lato di me traspare esclusivamente attraverso la scrittura di qualsiasi tipologia. È difficile esporsi davvero in musica perché, a differenza della narrativa in cui spesso capita di rifugiarmi inconsciamente nei personaggi che racconto, all’interno delle canzoni non amo inventare storie di fantasia, mi piace ripercorrermi attraverso i dolori che ho provato, per certi versi è catartico.

Hai raccontato dei tuoi anni bui, della tua forza e della tua rinascita: ad oggi cosa consiglieresti ad un adolescente che vive un momento particolarmente difficile?

Ad oggi, dopo una vita passata a lottare con certi mostri nella testa, agli adolescenti consiglierei soprattutto di non restare soli: l’auto isolamento in questi casi diviene spesso fatale. La mano tesa di qualcuno che ci ama e che vuole esserci utile ha un valore inestimabile. L’accettazione di sé è uno dei percorsi più lunghi e tortuosi che la vita possa presentarci davanti, ergo, affrontare sempre tutto da soli per testardaggine ed orgoglio non è mai una buona idea.

Come e quando nasce Caffellatte cantautrice?

Nasce un pomeriggio di ottobre durante una lezione tenuta dal gran maestro Bungaro. Dì lì in poi ho iniziato a comprendere che non avrei mai potuto cantare senza scrivere e che scrivere è ciò che meglio rappresenta la mia persona, anche nei momenti meno produttivi. Non amo forzarmi o sforzarmi, piuttosto prediligo, quando è possibile e nel mio privato, un automatismo nelle parole che vengono fuori senza doverci pensare troppo.

Oltre che di te stessa, sei manager di numerosi artisti. Come avverti questa tua doppia connotazione seppure all’interno dello stesso ambito?

Bella domanda! Vivo il tutto molto a compartimenti stagni: il mio lavoro da un lato, le mie canzoni dall’altro. Non amo mischiare le due cose anche se a volte è inevitabile che possa succedere. Cerco di impegnarmi per gli altri anche più di quanto io non faccia nel promuovere la mia musica, so che non dovrebbe essere cosi, ma quando un artista decide di affidarmi la propria musica e quindi di affidarsi a me, sento il doppio della responsabilità.

Quali sono gli ascolti che ti influenzano maggiormente nella stesura di un brano?

La stesura a livello testuale non penso abbia subito reali influenze, proprio perché ho sempre scritto e quindi, quando ho iniziato con le canzoni, avevo già un mio immaginario di vocaboli e fotogrammi da raccontare. Gli ascolti che hanno influenzato il mio sound sono certamente, al principio, Battiato, poi Spandau Ballet, The Alan Parsons Project, J Views, e tanti tanti altri.

C’è un album in previsione in questo 2020?

Ancora non lo so, credo sia più probabile per il 2021. Certamente per quanto riguarda questo 2020 ci saranno altre sorprese!

Parole Indie

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