Sonorità anni ‘90 che ricordano la disco dance e un testo introspettivo sono alla base di Buio sereno di Ceri, un brano dal sapore vintage e anacronistico in cui si racconta lo stoicismo di chi ha deciso di accettare tutto ciò che gli riserverà la vita, guidato dalla consapevolezza della provvidenzialità dell’esistenza umana.
Ogni volta che il cielo si fa buio sereno io saprò cosa sono quando perdo tutto ciò che ho: parole in cui sembra rivivere il panta rei eraclitiano in riferimento ad un io narrante che ha ormai accantonato i demoni della notte fino a sentirsi al sicuro in un buio che diventa sereno, perché osservato da parte di un soggetto imperturbabile che ha ormai raggiunto l’atarassia e l’afasia fino a riconoscersi come spettatore esterno della propria vita, una vita che nonostante tutto continua a scorrergli addosso.
Il soggetto diventa oggetto della narrazione nell’atto di riconoscere la propria identità anche nel momento della perdita o dell’eclisse, come per lanciare un messaggio all’umanità disorientata e disinibita che ha smesso di avere punti fermi affidandosi a riferimenti sempre più labili.
Annalisa Di lorenzo