Settembre 14, 2021

FLAVIO ZEN SI RACCONTA A PAROLE INDIE – “SOTTO LA MIA PELLE” IL NUOVO SINGOLO

E’ uscito il 22 luglio su tutte le piattaforme digitali “Sotto la mia pelle“, il nuovo brano di Flavio Zen. Il brano parla di rapporti umani. Ogni incontro, seppur breve, è significativo e lascia qualcosa di profondo dentro di noi. Quando le nostre vite si incrociano con qualcuno conserviamo profondamente dentro di noi sofferenze e insegnamenti che ci fanno evolvere verso una maggiore consapevolezza.

“Sotto la mia pelle” è una riflessione sui rapporti umani, su ciò che ci lega e su quello che ci lasciamo. A volte idealizziamo i rapporti e non vediamo quanto siano malsani per noi. Rincorriamo spesso qualcosa pensando di poterla aggiustare, credendoci eroi in grado di sistemare tutto, ma risolvere un puzzle non nostro non è sempre così divertente.

Ciao Flavio, quest’estate è uscito “Sotto la mia pelle”. Parlaci di questo brano.

Ciao ragazzi. Sì, dopo varie scelte artistiche ho pensato che questo fosse il brano giusto da fare uscire in questo periodo, ha una genesi molto particolare poiché il giro di chitarra presente in tutto il brano è stato campionato da un audio mandatomi su WhatsApp e praticamente tutto il testo è stato scritto di getto a partire da quel giro. Come ogni volta cerco di racchiudere ciò che sento esorcizzando tutto quel che in un determinato momento mi blocchi o mi causi, malessere. Per me la musica è di essenziale importanza proprio per questo, quando metti nero su bianco ciò che provi e lo rendi artisticamente e stilisticamente appetibile riesci a trovare delle analogie con altre situazioni ed elementi del mondo conoscibili rendendoti in grado di trovare soluzioni creative ai problemi. La creatività è proprio questo, trovare soluzioni in un modo in cui pochi riuscirebbero a fare. Una volta trovata l’analogia tra i puzzle e le persone che chiedono aiuto poiché si sentono a pezzi mi è venuta in mente la mia infanzia e di come io e i puzzle non siamo mai andati d’accordo.

La tua musica recentemente ha fatto un cambio di rotta, si è evoluta mescolando il rap all’indie. Cosa ti ha portato a questo cambiamento?
Penso sia stata una diretta conseguenza del mio percorso e della mia indole. Mi annoio facilmente e non appena sento di saper fare una cosa già mi annoio, mi diverto a fare ciò che non so faree che necessita impegno. Quindi ho preso lezioni di canto e ho iniziato a evolvere il mio stile cercando di mantenere il taglio e le caratteristiche stilistiche che mi hanno sempre contraddistinto e di questa cosa ho trovato con molto piacere la conferma dei miei fan più attenti. Anche se passo dal rap all’indie è difficile che mi capitino persone che mi dicano “eri meglio meglio prima” ma nemmeno “sei meglio adesso”, la cosa che mi viene spesso detta è che si capisce quando parte un brano di Flavio Zen indipendentemente dal genere che io faccia, il la cosa mi riempie di orgoglio e di gioia.

Cosa influenza la tua musica?
Sono così tanti anni che faccio musica che forse bisognerebbe chiedermi il contrario cioè come la musica influenzi la mia vita. Ho iniziato a produrre musica a 9 anni e non ho idea di come sia la vita di cui non lo faccia, per me è un linguaggio così come quello verbale, ogni tanto ho bisogno di utilizzare questa lingua (la musica) per dire ciò che è impossibile fare con il linguaggio verbale.

Chi ti ha ispirato a diventare musicista?
Mio fratello. Ho un fratello di 12 anni più grande che per me è stato un riferimento in tutto da quando sono piccolo, mi riempiva di regali. Un giorno tornò a casa con un gioco originale PS1, si trattava di Music 2000 e da lì in poi la mia vita ha preso una direzione. Durante le superiori invece, avevo contatti con Galan a cui mandavo i miei primi beats per un parere dato che lui aveva più esperienza, un giorno dopo avergli mandato una mia base, mi rispose dopo appena mezz’ora mandandomi una canzone scritta e registrata su quella base facendo scattare in me la voglia di iniziare a scrivere e non solo a produrre.

C’è qualcuno con cui ti piacere duettare?
Immagino di sì ma preferisco collaborare con amici o comunque gente che conosco. La musica come dicevo è un linguaggio e io penso che si comunichi meglio quando si conosce l’altro. Mi è capitato di lavorare con esponenti importanti della cultura hip-hop italiana come ad esempio Willie Peyote poiché avevamo un amico rapper e videomaker in comune e Willie aveva già sentito parlare di me. Le collaborazioni nascono così, in maniera naturale, come una diretta conseguenza di un esigenza sociale ed espressiva.

Come ha influito la pandemia nella tua musica?
Durante la pandemia sono rimasto bloccato a Bologna, città in cui vivo ormai da tre anni, e non ho potuto rivedere la mia famiglia per diversi mesi, questo ha influito negativamente sulla mia vita ma positivamente per la musica. Ogni qualvolta io viva qualcosa di intenso ed emotivamente forte la mia musica migliora e si evolve per cui spesso provavo questo inconscio masochistico di andarmi a ficcare in situazioni dolorose pur di tirar fuori buona musica. Riguardo la pandemia, durante il primo lockdown ho rilasciato un album strumentale che raccontasse ciò che stavamo vivendo in quel periodo. Avevo, come molta gente, deciso di tornare dalla mia famiglia per le vacanze di Pasqua ma purtroppo il mio autobus fu cancellato a 10 minuti dalla partenza, avevo consegnato le chiavi del mio alloggio bolognese in portineria per cui non sarei potuto rientrare fino alla mattina dopo per cui la notte dell’8 marzo 2020 ho dormito in strada con tantissima altra gente a cui cancellarono il viaggio. Ricordo una donna che come me era bloccata in stazione che mi diede tutti i soldi che aveva con sé poiché le raccontai che avevo finito tutto, la scena più toccante è stata una coppia di innamorati seduti per terra, lui dormiva appoggiato alla valigia e lei gli accarezzava la testa mentre con l’altra mano teneva le mimose appena regalatole. Fu una cosa che mi fece pensare “ok questa è una di quelle scene che non dimenticherò mai” e scattai una foto. Successivamente quella foto diventò la copertina di “Alone in BO” un EP di 4 beats rilasciato su tutti i digital store durante la pandemia.
La cosa che mi manca di più sono i live, ora che si inizia pian piano a suonare è comunque ancora difficile per artisti poco conosciuti come me ricevere un ingaggio, ma non demordo e continuo per la mia strada
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La Redazione

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