Il 29 Maggio è uscito Quello che vedi in me, nuovo singolo di Giovanni Carnazza, emergente artista romano che si sta facendo strada nel panorama indipendente. Nella disumanizzante età moderna sembra non esserci più spazio per l’amore, un sentimento che appartiene solo al passato, a cui si sostituisce un groviglio inestricabile di pulsioni che il soggetto non riesce a dominare e che subisce passivamente fino a perdere la sua consistenza.
In una società dominata dall’avvento del relativismo, l’uomo non ha più punti di riferimento e sente il bisogno di colmare il nulla circostante per non esserne inghiottito, questo lo porta a smarrire la propria umanità, che svanisce a poco a poco dentro un secchio, scomparendo fino a non essere più riconosciuta, e analogamente, ad oggettivizzare il mondo in cui è proiettato.
Il brano ci presenta la descrizione di rapporti occasionali con soggetti che non hanno un nome, né un senso, né una collocazione spazio-temporale, in quanto non appartengono al mondo della realtà del protagonista, e sono per questo destinati a scomparire proprio come la sua umanità.
Il sesso non è però quello degli impulsi primordiali e animaleschi, la sfera sessuale appare infatti caratterizzata alla base da un bisogno di sensibilità: sfiorarsi, odorarsi, assaggiarsi per poter provare emozioni reali.
Fare l’amore solo per sentirsi umani, sentirsi invincibili per la propria umanità, ma allo stesso tempo fragili a tal punto da sentire il bisogno di dimenticare subito il soggetto in grado di trasmettere sensazioni troppo reali ad un io inconsistente e che si rifiuta di accettare il rapporto con la realtà.
L’inettitudine è trasfigurata in un bisogno di possedere l’altro solo per poter apparire migliori, più forti, al cospetto dell’umanità disumana e disumanizzante di un soggetto scisso interiormente.
Annalisa Di lorenzo