Settembre 4, 2022

Luca De Gregorio racconta il brano “Lasciami Fuori”

LASCIAMI FUORI

Dalle paure, dalle indecisioni, convinzioni, dalle morali, dalle contraddizioni, dalle ragioni e da tutte le parole inutili…”

Esistere su un piano diverso, fuori da tutto quello che si può razionalizzare nella vita.

“Fuori da tutto il resto”.

Questa è la promessa, questo è un patto di sangue, di amore eterno. E’ il posto in cui due anime sapranno sempre dove ritrovarsi.

E’ il brano che definisce per me la parola ‘appartenenza’. Due persone che sono destinate a stare insieme per tutta la vita indipendentemente dalle loro strade intraprese.

Non vuole essere solo una dichiarazione di amore immortale ma anche un’esortazione a proteggerlo in ogni sua forma, a difenderlo da ogni distinzione e pregiudizio.
Tutti abbiamo il diritto di viverlo.

E’ il brano a cui sono più legato in assoluto perché proprio grazie a quest’ultima riflessione universale, la sua stesura, il suo concetto, il suo messaggio li ho visti evolversi, allargarsi. Tutto si è fortificato e ne è nata un’ulteriore sfida: a parlare nel brano è ognuno di noi, ma nello specifico è una giovane donna, pronta a raccontare la sua storia, il suo amore verso un’altra donna.

Una chitarra acustica fa da collante, la delicata tematica, l’esperienza vissuta, vengono dinamicamente scandite, abbracciate e scaldate da una sonorità che si fonde e si trasforma insieme alle parole, in una corazza, un simbolo, un grido per ricordare che : “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”.

Ciao Luca! Ci racconti un po’ com’è nato il brano “Lasciami Fuori”?

Il brano è il frutto di esperienze vissute e condivise. Le radici, le sue radici, risiedono nella voglia di avere un “posto emotivo” in cui due anime possono e potranno sempre ritrovarsi, indipendentemente dalle loro scelte e dalle strade intraprese. Si parla di un rapporto e di un sentimento messi su un “piano diverso“, lontano da tutto ciò che si può razionalizzare nella vita: un legame profondo, da difendere e preservare. È in questo che risiede, come dico spesso, la mia idea di “appartenenza”. Dopo una prima stesura, le prospettive del testo sono cambiate: le mie parole hanno incontrato la storia di un donna. E infatti a parlare nel brano è soprattutto lei, pronta a narrare il suo amore verso un’altra ragazza.

Qual è secondo te il modo più semplice e comunicativo di raccontare lamore?

Bella domanda. Credo che la semplicità nel raccontare i propri sentimenti, o comunque parlare dell’amore in generale, sia in realtà la cosa più difficile. O, meglio: narrarlo in maniera semplice, non è facile. E in “Lasciami Fuori” non è stato sicuramente scontato, soprattutto se penso alla tematica, alla la storia che racconta. Personalmente, credo che avere il coraggio di essere e restare sé stessi, mostrandosi per ciò che si è, rappresenti la parte più pura di noi. Una trasparenza non sempre agevole, ma necessaria a regalarci una comunicazione immediata e diretta, utile a farci meglio comprendere l’altro e dall’altro.

Cosa ti lega in maniera particolare a questo brano?

Sono tante le sfumature a me care, in questo brano. Una di queste è sicuramente la fragilità che diviene coraggio, quasi a spronarci intimamente e farci esprimere così la nostra vera essenza: chi siamo, chi sentiamo di amare; a prescindere da ogni forma di pregiudizio o discriminazione possibili. Inoltre, nei messaggi ricevuti dalle persone dopo l’uscita del pezzo, ho avuto modo di notare come “Lasciami Fuori” sia stata metabolizzata similmente a una “preghiera verso se stessi”, più che come un mero racconto sentimentale. L’evoluzione dell’arrangiamento e della produzione sonora sono stati poi un altro momento emozionante.

In che modo, da un punto di vista di sonorità e di scelta degli strumenti del pezzo, hai voluto manifestare linvito ad un amore libero ed eguale?

L’intimità, l’esigenza e la ricerca di qualcosa di nuovo mi hanno sin da subito ricondotto alle origini. Imbracciare la chitarra acustica, tornare al pianoforte, hanno rappresentato per me una sorta di “ritorno alla fonte”, alle radici. Il sound, poi, è stata la mia seconda sfida. Il connubio acustico – pop – elettronico, ha decisamente incarnato una vera scoperta, un viaggio attraverso malinconie che ho visto sposarsi sorprendentemente con mood ambientali elettronici. E’ stato davvero emozionante sentire l’intimità di una canzone “chitarra acustica e voce” o “piano e voce” – evolversi, ruggire e vestire il suo grido, con quel sound, come fosse la sua corazza.

Il videoclip è molto essenziale ed intimista. Qual è la ragione di questa scelta?

La ragione risiede nella verità. Nei fatti, nella storia fra le due donne. Ho voluto fortemente che il video, che ho seguito anche da co-regista, fosse la continuazione delle parole e della relazione raccontata dalla protagonista: un confessionale, nudo e crudo, ma gravido del peso e del valore dell’esperienza vissuta.

Quanto hanno influito le tue esperienze passate nelluniverso musicale in ciò che sei ora e in quello che stai portando avanti come musicista?

Moltissimo. Come dicevo prima, sono tornato alle origini. Ho cominciato con il pianoforte che avevo in casa: quello è stato il mio primo approccio con la musica. È lo strumento al quale torno sempre, nonostante non sia il mio strumento principale. Il Blues e la chitarra elettrica hanno invaso la mia vitapoco dopo, rendendomi quello che sono anche adesso, pur se non è lì che risiede il genere del mio Cantautorato. Mi porto dietro e dentro ciò che compongo queste radici, viscerali ed emotive. Adesso, però,  ho trovato quelle che potremmo definire una “nuova casa”: una contaminazione difficile da esprimere, perché non credo esista un termine preciso. Una sorta di Elettro – Folk – PopRock – Alternative del quale sono profondamente innamorato.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai live in programma?

Stiamo, insieme con la produzione, ultimando l’Ep. Presto usciremo con alcuni singoli, incluso il brano che darà il nome all’intero album. Si tratta, nello specifico, di un pezzo a cui tengo particolarmente, proprio perché incentrato sul racconto di un mio stralcio di vita, di una storia personale. L’idea futura è certamente la formazione della band per consolidare il sound e portare le mie canzoni in giro. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.