Mahmood torna con il nuovo singolo “Zero“, scritto per diventare la colonna sonora dell’omonima serie Netflix ispirata al romanzo “Non ho mai avuto la mia età” di Antonio Dikele Distefano.
Dedicata alla storia di un ragazzo pronto a rinunciare ai propri sogni per difendere una città che non lo ha mai riconosciuto. Il mondo di oggi ci ha purtroppo svelato una dura verità: tutti siamo importanti, ma nessuno è indispensabile poiché ogni cosa può essere sempre più facilmente sostituibile. Non siamo nulla, solo uomini che si fermano sulla terra per un periodo limitato: nasciamo dal nulla e irrimediabilmente siamo destinati a ricongiungerci con esso.
Siamo solo “Zero“, un numero privo di consistenza e significato, almeno formalmente. Ma se scaviamo più a fondo, se ci misuriamo con il cielo e diamo importanza ai nostri sentimenti, alla nostra umanità, ai piccoli gesti che ancora ci permettono di cambiare il mondo, possiamo davvero abbracciare una visione così nichilistica?
L’uomo è un animale sociale, e non è certo fatto per riconoscersi in un numero e smettere di cercare un senso da dare alla propria esistenza. Ma come fare ad uscire dalla prospettiva alienante della modernità? Solo attraverso il “legame”, ciò che ancora ci fa sentire umani in un mondo disumano: bisogna togliere la maschera, trovare una persona con cui affrontare le divergenze della vita che riesca a farci sentire, nonostante tutto, necessari. Solo trovando il senso dell’esistenza in questo legame possiamo essere forti in nome di quella persona che rappresenta l’infinito in una realtà in cui entrambi non siamo altro che zero, forse un paradosso, una forma quasi ossimorica ma tutta soggettiva e umana. E seguendo questa strada riusciamo finalmente a fare ordine nel caos, a non sentirci più inutili e sperduti nella nuova metropoli, a mettere ogni tassello al proprio posto e a capire finalmente che “Nulla è zero se lo paragoni al cielo“.
Articolo a cura di Annalisa Di Lorenzo