Marco Antonio Buffini, in arte Mark de’ Medici, è un cantautore già conosciuto agli operatori del settore per la sua recente apparizione con il brano “Marta” nella playlist ufficiale di Spotify “New Music Friday”.
Classe ’91, fiorentino di nascita, propone attraverso i suoi brani sonorità fresche e vicine al mondo del pop americano.
Non disdegna indie, trap e cantautorato, ma al tempo stesso la sua musica non si identifica in nessuno di questi generi in particolare.
“Sgangherato“, “Merce rara” e “Stella binaria” sfidano le attuali consuetudini del music business uscendo nella stessa data, ma questa scelta per l’autore ha un significato prioritario rispetto a tutto il resto: portare a compimento quel flusso artistico iniziato nell’Aprile 2021 con “Sbarazzina” (Guarda il Videoclip), seguito da “Il resto è storia”.
Benvenuto sul blog di Parole Indie! Raccontaci qualcosa di te, chi è Mark de’ Medici.
Ciao ragazzi di Parole Indie, grazie, è un piacere! Sono un esploratore di pensieri e sto a cavallo tra il mondo pop e il mondo indie, con un attitudine cantautoriale e un sincero apprezzamento per la musica black, in particolare soul & r’n’b. Credo che questo raggio d’azione piuttosto ampio sia per certi versi un limite, poiché rende più difficile catalogare la musica e prendere una direzione precisa.
Penso però che il vero collante siano le parole, a cui attribuisco sempre molta importanza, dal brano più leggero a quello più denso, dal brano con sfumature pop a quello più soul.
Come si arriva alla composizione dei tuoi primi brani?
Quando avevo 20 anni facevo parte di un collettivo hip hop, organizzavo serate insieme alla mia combriccola e passavamo serate folli tra studio di registrazione e locali cittadini. In quel momento lì ho capito quanto la musica fosse importante per me, perché mi permetteva di incanalare la mia energia ed i miei pensieri in qualcosa di concreto e così sono nati i primi brani ed i primi progetti. Anche prima di quel periodo avevo tentato di approcciarmi alla scrittura, ma ero davvero troppo inconsapevole di quello che stessi facendo.
Da pochi giorni sono disponibili “Stella binaria”, “Merce rara” e “Sgangherato”, raccontaci come nascono questi 3 brani.
Stella Binaria è nato a fine 2019. Frequentavo una ragazza con cui avevo molti punti in comune e non parlo di aspetti caratteriali, ma piuttosto di esperienze simili che avevamo fatto. Ricordo che in quel periodo facevamo delle bellissime conversazioni e proprio da quelle nacque l’idea di Stella Binaria, ovvero un brano che racconta di due persone con un destino simile, che però affrontano in maniera diversa. Lo scontro tra razionalità e sogni è il leitmotiv del brano. Sgangherato invece nasce nel 2017, quando facevo l’insegnante di ballo senza avere mai ballato prima (Storia assurda, servirebbe una pagina solo per raccontarla tutta). Durante una lezione sbagliai un passo, quasi inciampando. Capii che non era la strada giusta per me, ma ne ricavai una metafora di vita, che tuttora conservo con allegria. Merce Rara è il brano più leggero tra i 3, forse proprio perché arrivavo da un periodo in cui avevo scritto brani molto densi e sentivo la necessità di alleggerire il flusso.
Come definiresti la tua musica? Quali aggettivi useresti per descriverla?
Spero poetica, sincera ed originale, ma non so se riesco sempre nell’intento. Saranno gli ascoltatori a decretarlo e a dare altri aggettivi a cui non ho mai pensato.
Hai dei sogni nel cassetto? Ti piacerebbe duettare con qualcuno? Se si, con chi?
Le esperienze accumulate negli ultimi anni mi portano a stare sempre coi piedi super per terra; credo sia una cosa buona, ma al contempo ti preclude molte opportunità di connessione con gli altri perché è come se ci fosse sempre una barriera tra me e quello che il mondo offre. Però sì, di default sono un sognatore e spero sempre che un giorno si allinei quache pianeta e ci sia la possibilità di fare ascoltare la mia musica ad un numero di persone un po’ più ampio. Io sono molto solitario nel processo di scrittura, quindi più che duettare, vi direi che mi piacerebbe assistere ad una sessione in studio di artisti che ho sempre apprezzato per imparare qualcosa di nuovo. Stilerei una lista infinita, ma vi dico Paolo Conte e Bersani, due artisti per cui nutro una stima incredibile.
Raccontaci l’emozione più bella che hai mai provato nell’ambito musicale.
Finale del Genova per Voi 2016 al Teatro della Tosse. Clima bellissimo, dopo una settimana a contatto con autori ed interpreti di grande spessore della scena musicale italiana. Quello fu un periodo estremamente sereno perchè viaggiavo sulle ali dell’entusiasmo ed avevo una grande voglia di mettermi in gioco.
La Redazione