Ottobre 29, 2022

Petullà presenta “A casa presto” il suo primo album

Esce questo mese il primo album di Petullà, al secolo Alessandro Petullà, dal titolo “A Casa Presto”. Un
album che, ascoltato più volte, si tinge continuamente di nuove sfumature e assume poi nuovi significati.
Il cantautore torinese, non nuovo al panorama musicale e sopra ogni cosa anche alla “vita da palco” ci
racconta qualcosa di questo lavoro e di come sta vivendo ora, dopo la sua uscita.

Ciao Alessandro, come andiamo? Cosa ci dici del lancio del tuo primo album, come sta andando?

Ciao, davvero bene, sia io che l’album. Mi sento molto leggero in queste settimane. Non vedevo
l’ora che le canzoni scritte diventassero altro da me e entrassero nella vita delle persone.

Com’è andata la decisione dell’ordine dei brani? Rispetta qualche tipo di criterio?
Principalmente seguono due criteri. Il primo è puramente sonoro, nei primi brani c’è molta chitarra
acustica e man mano che si va avanti con l’album aumenta l’elettronica utilizzata e gli arpeggi
progressivamente scompaiono per poi riemergere in un “chitarra e voce” finale. Il secondo motivo è
che volevo creare un’onda costante di aspetti costruttivi e distruttivi fino ad arrivare alla chiusa
“quello che cerchi l‘hai nel cuore”, che è un po’ il concetto del disco: trova casa dentro di te e andrà
meglio
.

Prima di parlare delle canzoni che ci hanno colpito, qual è la canzone che invece è più cara a te? E
perché?

Ho un rapporto particolarmente intimo “delle ricorrenze”, dedicata a mio padre e allo sforzo di
ricordarlo. E’ una canzone scritta tanti anni fa ma senza questa canzone l’album non avrebbe avuto
il significato che ora ha.

Il pezzo “A casa Presto” che arriva subito dopo l’intro è un presagio a quello che poi arriverà, ossia a
tanta vita vera ma raccontata con positività. Ci racconti il momento in cui l’hai scritta, cosa pensavi,
cosa facevi…

Ho iniziato a scriverla mentre vivevo a Milano, in una giornata invernale particolarmente buia fuori
e dentro. Comprai tre mele e dell’insalata da un fruttivendolo di zona e andai a casa. Non scrivevo
molto in quel periodo. Un mio amico mi disse che si può scrivere anche di non riuscire a scrivere.
Quella sera ho preso la chitarra in mano, non sapevo ancora che stavo scrivendo un album intero.

In “Odio le canzoni” dici un ritmo sballato è tutto quello che abbiamo, è tutto quello che siamo, è
una frase che può avere tantissimi significati e che, come ogni tuo testo dimostra la tua capacità
poetica. Per te che l’hai scritta, che cosa significa?

Intanto grazie per la fiducia! Per me significa che ogni persona ha una propria emotività, un proprio
sentire il mondo attorno a sé, e quella cosa, quel “cuore” è quello che condiziona le nostre scelte di
vita e anche il nostro approccio ad essa. Per me in quella canzone significava non arrendersi anche
se le cose vanno male, significa che vale la pena scommettere, e magari perdere, fare mille
saliscendi per sentirsi vivi.

C’è un’evoluzione evidente nella musicalità e nella produzione di queste tracce rispetto alle
precedenti che non fanno parte dell’album? Cos’è cambiato?

Credo sia cambiato che sono entrato in studio con qualche anno in più, molti ascolti in più e la
consapevolezza di dove volevo andare, cosa volevo comunicare. Il resto l’ha fatto mischiare le idee
con Paolo (Fractae, il produttore), anche lui cresciuto e cambiato negli anni a livello di
consapevolezza. Un’altra cosa bella è stata registrare in Auditoria Records, dove, anche grazie al
fatto che non avevi tempi stretti, abbiamo potuto sperimentare più soluzioni e strumenti.

Hai delle date live in programma o ne stai organizzando alcune?

Prima del periodo natalizio andremo ad Asti, Cuneo, Avellino e Roma. Dopo le feste annunceremo
altre cose belle
.

Petullà è un cantautore torinese. I suoi testi descrivono la quotidianità con immagini evocative e poetiche. Dal suo cantato emerge una visione del mondo in cui, al di là delle contraddizioni, la chiave dei rapporti umani sta nell’intimità e nel romanticismo.

Già attivo dal 2017, con il singolo Titoli di Coda e i primi passi nella sua città, dall’estate 2018 fa uscire Brera e altre 4 canzoni.

Partecipa a Sofar Sounds e sale sul palco di Deejay on Stage. Prende parte alla decima edizione del Reset Festival, uno dei più importanti della scena emergente in Italia.

Con Le Luci Fuori, in uscita nel febbraio 2019, va in rotazione su stazioni, metro e aeroporti italiani e partecipa a numerosi live tra cui il Festival Maledetta Primavera all’ Off Topic di Torino e altri del circuito KeepOn, tra cui Rock CaravanFarciSentire Fest e Memorabilia Fest, in un minitour che lo porta in giro per l’Italia.

In acustico, dopo l’uscita dell’ultimo singolo, Zara, nell’autunno del 2019, apre i concerti di Niccolò Carnesi, Tropico, Mox, Manitoba, e a Milano al Circolo Ohibò e Magazzini Generali per la rassegna This Is Indie.

Dal 2020 si dedica alla produzione del suo primo album con la collaborazione di Paolo Caruccio e della sua band. Si occupa anche di co-scrittura di brani come autore.

Dopo Soprammobili e Orgasmi e Origami, il 29 aprile esce il terzo singolo Un appartamento.

L’uscita di A Casa Presto è preceduta dai due singoli Rasoterra feat Anna Castiglia e Musica Stupida.

L’album, uscito venerdì 7 ottobre 2022 è stato inserito nelle playlist editoriali di Spotify New Music Friday e Scuola Indie.

La Redazione

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