Maggio 21, 2020

TETRA: LA SCRITTURA È UN BISOGNO IMPELLENTE

Giulia De Bellis, in arte Tetra scrisse la sua prima canzone a quattordici anni su uno scoglio ascoltando il rumore delle onde. Oggi è inserita nel panorama trap, scrivendo sia in italiano che in inglese. Vomito è il suo primo Ep, con cui la cantautrice vuole esorcizzare la sofferenza che ognuno di noi ha nel profondo dell’anima.

Di seguito l’intervista:

Ciao Tetra! Come nasce questo nome d’arte?

Il mio nome d’arte nasce nel momento in cui ho sentito l’esigenza di voler esprimere una parte di me che tenevo nascosta a tutti e il più delle volte anche a me; un lato cupo e tenebroso pieno di tormenti ed emozioni forti.

Con la tua musica ti collochi all’interno di uno scenario trap, con l’aggiunta di sonorità emo rap e pop punk. Come riesci ad equilibrare questi diversi generi all’interno della scrittura dei tuoi brani? È un processo naturale o è il risultato di una profonda ricerca?

Questi generi musicali hanno in comune molte cose a mio parere: il cinismo, la rabbia, l′isolamento, tutti i sentimenti che scaturiscono negli emarginati, nelle persone che spesso di sentono rifiutate dalla società perché sono diverse o perché pensano in modo diverso dal resto della popolazione. Non c’è stata una ricerca nella stesura dei miei brani, direi che è stato tutto fin troppo naturale.

Hai scritto la tua prima canzone a quattordici anni su uno scoglio ascoltando il rumore del mare. Quello scoglio è la tua ispirazione primaria o hai trovato nel tempo altri posti, momenti o sensazioni che ti favoriscono la scrittura dei brani?

Lo scoglio è stato il luogo che ha dato il via al mio processo creativo ma con il passare degli anni e delle stagioni ho trovato tanti altri luoghi fisici e mentali che mi hanno dato l′ispirazione. Per citarne alcuni: le montagne innevate del Trentino Alto Adige, foreste e boschi del centro Italia, il mare della Toscana, le ville di Roma in notturna, alcuni cimiteri, alcune terrazze e molti viaggi mentali. Ma il più significativo è sicuramente l′antro buio, oscuro e definitivamente tetro che si trova nel mio cuore da cui nasce ogni parola ed ogni concetto che esprimo nell′Ep.

Scrivi brani sia in italiano che in inglese. Riesci quindi ad esprimerti con entrambe le lingue allo stesso modo o hai qualche preferenza in base alle sensazioni del momento o all’argomento trattato?

Ho iniziato a scrivere musica in Inglese affacciandomi al mondo del rap che ho trovato più consono tradurre e successivamente scrivere direttamente in Italiano ma preferisco sia per la sonorità sia per la spontaneità della lingua scrivere in Inglese. Anche quando faccio freestyle riesco ad esprimermi meglio in Inglese.

Il tuo primo Ep si chiama Vomito. Da cosa deriva questo titolo? 

Il titolo Vomito si riferisce alla modalità di stesura dei brani che ho utilizzato. I miei brani sono stati vomitati in questo EP. Cosa vuol dire? Vuol dire che non c’è stata alcuna revisione successiva. Quando avevo esigenza di scrivere prendevo un foglio e buttavo giù tutto quello che dovevo dire, in un flusso di coscienza senza interruzioni. È bello e molto liberatorio. Al termine di ogni brano mi sentivo come se fossi uscita da un centro benessere, estremamente rilassata e calma a differenza di come sono normalmente. Ma oltre alla spontaneità c’è una seconda componente della mia scrittura che viene rappresentata dalla parola Vomito ovvero l′impellenza. C’è stato per me un fortissimo bisogno emotivo di scrivere questi brani che deriva dal fatto che il più delle volte tengo segregati i miei sentimenti, allora questi si ripresentano più forti di prima nel tentativo di voler uscire.

Parole Indie

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