Esce venerdì 16 settembre 2022 “Todo mundo“, il nuovo singolo del progetto
Rumba De Bodas. Un nuovo capitolo per la band di base a Bologna, un brano che
parla di libertà, libertà di essere chi si desidera e di visitare il mondo, ispirato dalle
musiche del batterista algerino Kharim Zhiad. La fine ufficiale dell’estate è proprio
qui, in questo brano dolce-amaro tutto da ballare: più che un brano, un cambio di
direzione, la voglia dei Rumba de Bodas di scrollarsi di dosso l’etichetta di “gruppo
da live” e fare quel salto di qualità che si meritano.
Dopo 10 anni di su e giù dai palchi di tutto il mondo e brani dal mood esplosivo, il
gruppo bolognese vuole esplorare nuove strade e scoprire nuovi lati di se stesso,
senza abbandonare però quello che hanno costruito in questi anni. Per farlo hanno
deciso di iniziare con un brano dal mood chill(etereo) ispirato dalle musiche
algerine di Karim Zihad e da pensieri di Libertà. “Todo Mundo” è scritto in
portoghese e francese, due lingue che guardano al passato al presente ed al futuro
del gruppo: il francese d’Africa, da cui viene l’ispirazione di molti dei loro brani
passati e da cui è utile ripartire, e il portoghese Africano ma anche Latino , dove
presto ì Rumba approderanno per un nuovo tour”.
E noi li abbiamo intervistati.
Come siete entrati in contatto con il batterista algerino Kharim Zhiad (che ha
ispirato il vostro ultimo singolo “Todo Mundo”)?
Il primo contatto lo ha avuto il nostro batterista, che da anni studia i ritmi dell’Africa del Nord e che segue il suo lavoro. Ziad è un mago dell’incastro del tempo in 3 e in 4 e nei suoi lavori si può vedere come giochi con i generi musicali, mescolando elementi lontani tra loro e creando un qualcosa di unico. E’ anche un po’ quello che abbiamo cercato di fare noi con Todo Mundo, avvicinare sonorità distanti non solo geograficamente ma anche nel tempo, e creare un viaggio all’interno del brano.
Come siete finiti ad avere un tour in Sud America? È la vostra prima volta? Ci
raccontate qualcosa a riguardo?
Sì, sarebbe la nostra prima volta in Sud America, ci manca come continente. Eh, non sappiamo se possiamo dirvi molto, ma tutto è nato dall’incontro con una band cilena, che durante il loro tour europeo hanno fatto tappa a Bologna per registrare in studio con noi, e da lì è partito tutto. Per ora diciamo solo questo, ma a breve scoprirete tutta la storia!
C’è differenza tra suonare in Italia e suonare in un posto dove di fatto non vi
conosce nessuno? Come affrontate questa cosa?
Più che in Italia, è suonare a Bologna che rende l’esperienza del concerto veramente diversa. Bologna è la nostra terra natia, qui siamo nati e continuiamo a vivere e il nostro pubblico ci è affezionato, alcuni addirittura sin dai primi anni. I concerti a Bologna come quello di Villa Angeletti del 2021, quelli del Botanique e del Dumbo di quest’anno, oltre che a essere incredibili, sono stati occasione di incontro e condivisione profonda col nostro pubblico, vecchio e nuovo. Fuori Bologna, l’accoglienza è molto imprevedibile: quello italiano è un pubblico difficile da conquistare, a volte può lasciarsi coinvolgere e a volte invece rimanere distante. All’estero questo non succede quasi mai, il pubblico è in generale più aperto e reattivo. Sarà la novità del gruppo italiano in trasferta o la loro attitudine naturale,
sta di fatto che a noi piace veramente tanto suonare all’estero ed infatti per la
maggior parte del tour siamo fuori Italia.
Come riuscite a scrivere in lingue anche diverse dall’italiano? Avete mai
qualche ritrosia a riguardo?
Scrivere in lingue diverse dall’italiano è spesso funzionale a quello che vogliamo fare, rispetto al pubblico a cui vogliamo rivolgerci, alla tematica del brano, alla coerenza col genere musicale. Ad esempio il nostro brano Isole, uscito all’inizio di quest’anno, è in italiano perché volevamo trasmettere un messaggio attuale e
legato alla realtà italiana, ovvero la crisi migratoria e la tutela dei diritti dei migranti. L’album Superpower è quasi totalmente in inglese, perché avevamo come obiettivo quello di portarlo in giro per il mondo in tour e ciò lo rendeva più accessibile. Todo Mundo è in francese e in portoghese, lingue d’Africa ma anche di mondo… In questo ci aiuta anche il fatto che Rachel sia molto brava come interprete di
qualsiasi lingua (difatti il testo di Todo Mundo lo ha scritto proprio lei!).
Cosa c’è nel futuro dei Rumba Dei Bodas?
Prossima tappa importante è sicuramente l’uscita dell’album, programmata per inizio 2023. E poi il nostro tour in Sud America ovviamente! Ma nel frattempo usciranno anche altre cose, di cui però non vi possiamo dire nulla per ora. L’unica è seguirci e stare sul pezzo!
I Rumba de Bodas nascono a Bologna nel 2008 dall’incontro di un gruppo di compagni di scuola. Il loro nome deriva dall’unione di due espressioni bolognesi: “rumba”, ovvero far rumba, far casino, e “bodas” che deriva dai matrimoni e, in questo caso, diventa simbolo del connubio tra i generi musicali con cui il gruppo sembra ancora oggi non riuscire a decidersi. Per anni si esprimono prima per le strade cittadine, con un’attività di busking che li porta a girare e a ed esibirsi nelle piazze europee e italiane. Già nei primi anni della loro formazione iniziano a fare le prime apparizioni in alcuni festival importanti del continente: il Boomtown Festival in Inghilterra, il Fusion Festival in Germania e il Cous Cous Festival in Sicilia.
Negli anni il gruppo abbandona definitivamente la sua anima street e colleziona apparizioni in alcune delle manifestazioni musicali più importanti d’Europa: Montreux Jazz Festival (Svizzera), Saalfelden Jazz Festival (Austria), Copacabana (Belgio), Hemingway Jazz festival (Albania). Dal 2014 al 2019 è resident band all’Edinburgh Jazz Festival in Scozia, dove registra numerosi eventi sold out. Nel 2018 per la prima volta il gruppo esce dai confini Europei per una tournée in Corea del Sud, dove la band si esibisce nei famosissimi Seoul Music Week e Jazz Tonic Festival. Nella stessa estate conquistano il pubblico russo dopo un concerto davanti a 5000 persone al Kaliningrad Jazz Festival.
All’intensa attività live si aggiunge una produzione discografica che vede la pubblicazione di tre album: Just Married (2012), Karnival Fou (2014) e Superpower (2018), il primo disco del gruppo edito da un’etichetta discografica, la Irma Records. Il sound del gruppo cambia drasticamente rispetto all’inizio del progetto, e quello che era cominciato come un progetto vicino allo swing, allo ska e al reggae si sposta verso il funk, il new soul e l’elettronica.
Dal 2013 al 2016 cantante della band è Matilda De Angelis, ora nota attrice. Nel 2015 il progetto si arricchisce della presenza del batterista Alessandro Orefice e della cantante Italo-Ghanese Rachel Doe, e nel 2019 del chitarrista Pietro Posani, (Rovere, Amici). La formazione attuale comprende Rachel Doe alla voce, Kim Gianesini al sax, Mattia Franceschini alle tastiere e synth, Pietro Posani alle chitarre, Giacomo Vianello Vos al basso e Alessandro Orefice alla batteria. I Rumba de Bodas si sono esibiti nel 2020 all’Internationale Kulturbörse Freiburg a Friburgo e al SulaFest in India. Sono fra i dieci finalisti del contest 1MNext, per suonare sul palco del Primo Maggio di Roma 2022. Nel 2021 sono usciti i singoli Rimini Minivan e Isole e la band partecipa al Fusion Festival, mentre nel 2022 pubblica Ciao mare e Krabu per l’etichetta italo tedesca Rubik Media.
La Redazione