I legami dell’amicizia e un grande poeta come nume tutelare: SHELLEY è il nuovo singolo e video di BECA e conferma la personalità interessante e sfaccettata del giovanissimo artista toscano.
SHELLEY è il secondo brano di BECA, fuori per l’etichetta LA RUE MUSIC RECORDS. Il pezzo è prettamente autobiografico, Beca infatti, racconta la sua adolescenza, passata nel bar dove è cresciuto, il bar Shelley, posizionato di fronte all’omonima piazza che prende il nome dal poeta romantico naufragato sulle spiagge di Viareggio.
Ciao e benvenuto, ci racconti la tua avventura musicale?
Nasco come chitarrista, avendo iniziato a suonare a 11 anni. Col tempo mi sono appassionato al canto, ma affidarmi alle cover di altri artisti non mi convinceva molto. Mi sarebbe piaciuto esprimermi e raccontare le mie esperienze, perciò ho iniziato a scrivere i miei pezzi.
L’anno scorso ho iniziato la collaborazione con l’etichetta “La Rue Music Records” e grazie a loro e alla produzione de “La Tana Del Bianconiglio” sto riuscendo a portare i miei pezzi al pubblico e mi sto togliendo diverse soddisfazioni.
“Shelley”, più che il poeta, è il bar omonimo di Viareggio: ci racconti cosa rappresenta per te?
È il bar dove ho passato la mia adolescenza e dove sono diventato uomo. Il valore che questo posto ha per me è ovviamente legato alle persone che ho incontrato frequentandolo.
Ne ho conosciute moltissime, che poi ho avuto la fortuna di avere come amici, ho avuto qui i miei primi amori, i miei primi litigi, in realtà quasi ogni mia prima esperienza è legata a questo posto, perciò gliene sarò sempre grato.
Nel testo del brano parli anche di una perdita importante. Ci racconti qualcosa in merito?
Purtroppo ormai più di un anno fa è venuto a mancare in maniera assolutamente improvvisa il proprietario del bar. Era un uomo che per noi giovani frequentatori rappresentava una sorta di figura paterna. Ci ha visto crescere e chi ha praticamente guidato durante i difficili anni dell’adolescenza. Sarò sempre grato per il ruolo che ha avuto nella mia vita e per gli insegnamenti che ci ha dato.
Che progetti hai per quest’estate, dal punto di vista musicale?
Il primo obiettivo è suonare live il più possibile, la gavetta è importantissima e più suoni di fronte a un pubblico più cresci come artista. Per quanto riguarda la produzione sono impegnato in quello che sarà probabilmente un EP in uscita in autunno.
Ci lasci con una playlist di brani che ti hanno particolarmente influenzato?
Se dovessi scegliere una categoria di brani a cui mi sento di dovere molto sceglierei probabilmente il cantautorato Italiano. Quindi vi lascio con un sempre verde e mai banale Lucio Battisti, in particolare “Nessun dolore” e “Una giornata uggiosa”, e con un artista che ho approfondito solo recentemente e che mi sta dando veramente tanto, ovvero Ivan Graziani, con “Fango” e “Motocross”.
BECA, all’anagrafe EDOARDO BECATTINI, classe’98, è un cantautore italiano e artista poliedrico dalle sonorità indie a cui piace guardare oltreoceano per le melodie e gli arrangiamenti sempre all’avanguardia. La “penna” invece, è decisamente tipica del contemporaneo cantautorato italiano; i suoi testi sono caratterizzati da profondità e immediatezza.
BECA è appassionato di musica sin da piccolo, grazie alle influenze del padre che lo avvicina sia al mondo del rock sia al cantautorato Italiano. A 11 anni inizia a suonare la chitarra, prima classica poi elettrica per avvicinarsi infine al canto qualche anno dopo. Inizia a scrivere testi rap e con i suoi primi pezzi nel 2019 si esibisce alla Notte dei Desideri.
Negli anni le melodie si fanno più articolate, i testi ricercati e affina la voce al punto che il solo rap inizia a stargli stretto.
Ma chi è BECA? Lui si definisce così: “Sono un bravo ragazzo che beve gin tonic, sogna musica e veste vintage”.
La Redazione