Marzo 2, 2023

“Una notte più lunga” è il nuovo singolo di Kublai

É uscito lunedì 30 gennaio 2023 in distribuzione Artist First “Una notte più lunga“, il nuovo singolo del progetto solista di Teo Manzo, Kublai, e primo capitolo di un nuovo EP previsto per questa primavera. “Una notte più lunga” segue l’album omonimo d’esordio del 2020, e ci accompagna nuovamente verso l’universo onirico – urbano del cantautore di Milano: venature elettriche e psichedeliche si intrecciano alle parole e creano un baratro per l’ascoltatore. Non parliamo qui di un abisso minaccioso, ma di un vuoto che occupa spazio, che completa, che informa. 

Gli abbiamo fatto delle domande riguardo il collegamento tra il suo disco di debutto e questo suo ritorno, paradossi e concerti.

Ti abbiamo spiato sui social e sappiamo che è sempre strano chiederti di cosa parla questa canzone?. Ma questa volta ci tocca. Di cosa parla Una notte più lunga” e in che modo può essere tematicamente collegata al tuo album di debutto? 

I temi di questo pezzo, come nel mio primo album, sono il lutto, la perdita, in sostanza la morte. Ma il tema, a mio avviso, conta poco in musica, è molto più importante lo svolgimento, e il mio modo di svolgere non è lineare. Non ho cose da dire, ho più che altro baratri da mostrare.

Qual è, in definitiva, il paradosso che hai voluto far emergere in questo pezzo?

Il paradosso è l’immagine di una fine “piena”. Siamo allenati a pensare alla perdita come a uno svuotamento. In “Una notte più lunga” la perdita è la conseguenza di un invaso, un arrivare al colmo e tracimare, come dice l’ultimo verso, compiutamente. 

Ti ritrovi effettivamente nella definizione onirico-urbano? 

Mi ritrovo in entrambi gli aggettivi, anche se la loro combinazione è abbastanza inafferrabile. In generale faccio molta fatica a vedermi da fuori, mi fido delle definizioni altrui, tendenzialmente.

Nonostante sia cambiata la produzione, percepiamo ununicità anche con il tuo passato e ciò che hai pubblicato due anni fa. Come si lavora con un nuovo produttore, quando ci sono dei precedenti, come nel tuo caso il disco di debutto omonimo? 

Se un’unicità c’è, credo sia legata più alla scrittura che alla produzione. E forse anche al mio modo di cantare, che penso sia abbastanza connotante. Comunque sia, quando scelgo un produttore è perché mi interessano alcune sue determinate caratteristiche, quindi lascio molta carta bianca. 

Come suonerà questo pezzo dal vivo? 

Credo suonerà molto simile alla registrazione, con Mamo (che è coautore) alla batteria e Vito Gatto (il producer) alle macchine. Devo dire però che il mio approccio al live non è quasi mai “osservante” rispetto al disco, non escludo di poterla arrangiare diversamente in futuro.

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