La voglia di evadere da un amore tossico i cui segni sono ancora tangibili sulla pelle come nei indelebili della memoria, è al centro di VIENIMI (a ballare), ultimo singolo di Aiello, uscito il 3 Luglio per RCA Records Label e Sony Music.
L’artista calabrese in questo brano si mostra fiero delle proprie origini meridionali optando per il recupero del termine dialettale Ciotarí che si sente echeggiare prima della strofa finale a più riprese. La sonorità è estiva e ricorda a tratti i canti popolari tipici della terra calabrese: il brano si configura quindi fin da subito come una volontà di fondersi con le proprie origini ed esaltarle fino a renderle internazionali attraverso la funzione eternatrice e centripeta dell’arte.
Il ritorno alle origini è il presupposto sul quale poggia la volontà di non avvelenarsi più cercando una persona che non lo merita: i luoghi dell’infanzia diventano gli espedienti per colmare un vuoto che sembrerebbe incolmabile e che sta distruggendo a poco a poco il soggetto narrante, costretto a promettere a se stesso di non cercare più chi lo ha distrutto e di impegnarsi a trovare una nuova distrazione, una nuova dipendenza che possa soppiantare quella precedente.
La promessa appare un autoinganno di un soggetto scisso fin dall’inizio, poiché subito dopo questi chiede alla donna che aveva promesso di non cercare di portarlo a bere tequila sale e limone, a dimostrazione del fatto che anche i luoghi più belli possono sembrarci deserti quando ci manca una parte di noi stessi.
VIENIMI (a ballare) sembra essere un lapsus freudiano, come se volesse essere un invito alla donna a raggiungerlo in qualche modo, mascherato nell’atto della presa di coscienza.
Annalisa Di lorenzo