FLWR è un cantautore romano che associa la musica all’utilizzo dei colori, in un sound urban e romantico allo stesso tempo. L’8 Maggio è uscito il suo concept album d’esordio: Stare, un viaggio in emozioni ed esperienze che assumono tutte una sfumatura diversa.
Di seguito l’intervista:
All’anagrafe Alessandro Cuomo, on stage FLWR. Da cosa deriva questo nome d’arte?
La prima ragione è estetica. Mi piacciono quelle quattro lettere maiuscole insieme, le linee si incastrano bene. La seconda è simbolica, FLWR rimanda al fiore, ma senza essere troppo diretto. Le vocali che mancano in realtà compaiono sempre nella mia mente quanto vedo FLWR. È come se ci fossero, senza esserci.
Ogni brano per te è come un quadro: da cosa parti quando dipingi un nuovo singolo? Quanto sono importanti i colori nella tua musica?
Quando sento musica, nella mia mente la visualizzo come forme di colori in movimento. Credo si chiami sinestesia. Per questo quando dipingo un nuovo pezzo mi lascio trasportare dalla sensazione di colore iniziale che ricevo dalle prime fasi di composizione, per poi completare il pezzo e scrivere testi che confermino quella sensazione.
Nella tua vita hai ascoltato e praticato ogni genere musicale. In quale di questi ti identifichi maggiormente oggi? Pensi, un domani, di sperimentarne ulteriori?
Il rock ha creato la musica moderna, come concetto di canzone di facile ascolto, più o meno per tutti. Sono un grande fan del pop, che riprende tanto dal rock, ma in qualche modo lo rende ancora più fruibile per gli ascoltatori. Nel futuro vorrei riprendere quel tocco classico e brillante della buona musica rock e pop anni ’80, e cercare di introdurlo nei miei pezzi.
Stare è il tuo concept album d’esordio incentrato sui colori e sulle sue sfumature. Ogni traccia identifica un colore. Si può dire che ogni traccia identifichi emozioni o esperienze diverse?
Il punto è esattamente quello! Ho cercato dividere quello che ho vissuto nell’ultimo anno e mezzo, raggruppare le esperienze e riordinarle come contenuti di canzoni. E’ stato un po’ come scrivere un diario del mio passato, mi ha aiutato ad inquadrare le mie sensazioni e riesprimerle come colori.
Se il tuo album potesse essere la colonna sonora di una serie tv, quale sceglieresti e perché?
Qualche tempo fa ho visto per caso la prima stagione di The End of the F***ing World. Ora che ci penso, alcune tracce di Stare sarebbero state perfette come sottofondo. La parte in cui i protagonisti scappano insieme, per esempio! Ci sono atmosfere diverse durante i vari episodi, mi divertirei a scegliere le tracce più adatte di volta in volta.
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