Nilla Pizzi (Grazie dei fiori – 1951, Vola Colomba – 1952); Carla Boni, Flo Sandon’s (Viale D’autunno – 1953); Franca Raimondi (Aprite le finestre – 1956); Betty Curtis (Al di là w/ Luciano Tajoli – 1961); Gigliola Cinquetti, Patricia Carli (Non ho l’età (Per amarti) – 1964); Gigliola Cinquetti (Dio come ti amo w/ Domenico Modugno – 1966); Iva Zanicchi (Non pensare a me w/ Claudio Villa – 1967); Iva Zanicchi (Zingara w/ Bobby Solo – 1969); Claudia Mori (Chi non lavora non fa l’amore w/ Adriano Celentano – 1970); Nada (Il cuore è uno zingaro w/ Nicola Di Bari – 1971); Iva Zanicchi (Ciao cara come stai? – 1974); Gilda (Ragazza del sud – 1975); Alice (Per Elisa – 1981); Tiziana Rivale (Sarà quel che sarà – 1983); Romina Power (Ci sarà w/ Albano – 1984); Anna Oxa (Ti lascerò w/ Fausto Leali – 1989, Senza pietà – 1999); Giorgia (Come saprei – 1995); Tosca (Vorrei incontrarti fra cent’anni w/ Ron – 1996); Annalisa Minetti (Senza te o con te – 1998); Elisa (Luce (Tramonti a nord est) – 2001); Alexia (Per dire di no – 2003); Lola Ponce (Colpo di fulmine w/ Giò Di Tonno – 2008); Emma (Non è l’inferno – 2012); Arisa (Controvento – 2014).
Queste tutte le vincitrici del Festival di Sanremo (categoria big) dalla sua prima edizione ad oggi.
C’è chi ha trionfato più volte, chi una sola volta, chi pur avendo vinto non ha smesso di parteciparvi.
Un prospetto di come sia cambiata non solo la musica, ma anche l’approccio ad un palco importante come quello dell’Ariston, il vestiario, le parole dette e il modo in cui vengono espressi i concetti.
Il salto si ha, tra le vincitrici, con la figura di Alice. La donna non è più necessariamente composta, non ha l’abito lungo e i capelli legati alla Pizzi style.
La donna sale sul palco dell’Ariston con i pantaloni, i capelli arruffati e un’attitude più determinata, caotica, affamata.
Oggi, a differenza del passato, c’è la totale libertà ma non senza risparmio di critiche o ripercussioni sull’intera carriera. In sostanza, la donna è libera di dire-fare-indossare ciò che vuole e la critica (o la giuria popolare) ha la totale e gratuita libertà di non rispettare le sue scelte.
La storia del Festival è vasta e piena di dettagli, di brani che meritavano di vincere e non lo hanno fatto e di artisti insoddisfatti perché, diciamoci la verità, nessun festival ci appagherà mai totalmente e all’unanimità.
Ma c’è un dettaglio che non sfugge: Sanremo non viene vinto da una donna dal 2014. Indubbiamente è il Festival della Musica Italiana e ciò significa che a trionfare realmente sono, o almeno dovrebbero, essere le canzoni e non gli artisti.
Ma questo non è mai stato possibile e mai lo sarà, perché spesso una canzone trionfa non solo perché è significativa, radiofonica, ma anche (e forse soprattutto) per come viene cantata, interpretata, per come è stata scritta e quindi per chi l’ha scritta (nel caso coincida con chi la canta).
Ma quindi è l’artista che fa la canzone o viceversa?
Non ci sarà mai una risposta a questo quesito, perché non esiste una verità e, assodato questo, la domanda è lecita:
Siamo sotto organico femminile?
2016: 8 donne/20 concorrenti
2018: 4 donne/20 concorrenti
2019: 6 donne/24 concorrenti
Questi alcuni esempi circoscritti alla sola categoria big.
La risposta è, in maniera evidente, Sì. Siamo sotto organico femminile. La presenza di donne a Sanremo non è mai stata predominante e, alcune di loro, si sono spesso presentate in coppia con un uomo.
Veniamo ora alla settantesima edizione.
2020: 7 donne/24 concorrenti
Non ci sono polemiche che tengano di fronte ai dati statistici.
Manca la Quota Rosa sul Palco dell’Ariston, ma non mancano bellissime ospiti e vallette. Ci sarà forse qualcosa da ridimensionare?
Cristiana D’auria