C’è un modo di perdersi che non fa rumore. È il silenzio improvviso che interrompe relazioni, amicizie, legami, lasciando solo domande sospese. In un’epoca in cui il ghosting sembra diventato un comportamento quasi normale, Niko sceglie di raccontarlo con delicatezza e verità nel suo nuovo singolo Anime Perse (INDACO/Altafonte Italia/Needa Records). Un brano che parla a una generazione abituata a convivere con l’assenza, ma non per questo meno ferita da essa.
Attraverso un linguaggio essenziale e immagini evocative, Niko trasforma l’esperienza personale – e quella condivisa da molti – in una riflessione profonda sul modo in cui oggi ci relazioniamo. In questa intervista ci racconta la genesi del brano, il lavoro dietro al videoclip, e il significato più ampio di un gesto che, pur avvenendo con un clic, lascia segni reali. Perché restare in silenzio, a volte, è anche un modo per ascoltare ciò che il rumore nasconde.
“Anime Perse” affronta il ghosting con una delicatezza quasi cinematografica. Com’è nato questo brano e cosa ti ha spinto a raccontare l’assenza in questo modo così intimo e simbolico?
È nato in un momento particolare della mia vita, in cui avevo perso tutti i punti di riferimento, mi sentivo smarrito, così mi sono aggrappato a determinate persone che apparentemente mi dimostravano vicinanza e poi da un momento all’altro sono sparite. Volevo mandare un messaggio chiaro, senza troppo orpelli, che arrivasse diretto e al tempo stesso facesse riflettere.
Nel testo scegli di non giudicare, ma di restare nel silenzio di chi è stato lasciato senza spiegazioni. È stata una scelta artistica o anche personale? Quanto c’è di te in questo racconto?
C’è molto, è comunque nato da una mia esperienza, ma anche da quelle delle persone amiche. Ogni volta sentivo raccontare “Questo è sparito”, “Mi ha bloccato”, “Che cosa ho fatto?”. Allora ho pensato di rendere il tutto nella musica, ma senza puntare il dito, semplicemente riflettendoci.
Il videoclip è ricco di immagini oniriche e simboli forti, come la maschera che cade. Come hai lavorato con il regista per trasformare un’emozione in visione?
Quando Lorenzo Diego Carrera, il regista del video, ha ascoltato il pezzo, ha subito avuto questa visione: la purezza del bianco, la maschera che protegge ma poi cade, le emozioni tenute dentro che alla fine emergono senza più protezioni. È come se mi avesse letto dentro, non c’è stato bisogno di parlare molto.
Viviamo in un’epoca in cui il ghosting sembra ormai “normale”. Secondo te cosa ci sta dicendo, come società, questa tendenza a sparire invece di confrontarsi? E come può la musica aiutarci a elaborare tutto questo?
Hai detto bene lo definiamo “normale”. Oggi siamo aiutati dal web, dalle chat, che tanto ci avvicinano quanto ci allontanano. Ci sentiamo liberi di prendere e archiviare le persone come fossero oggetti, non c’è più la voglia di risolvere le questioni, di “litigare”, di discutere, ma solo di passare oltre come se fosse faticoso. In questo, sicuramente la musica può far pensare, farci scattare l’interruttore per modificare questo comportamento.
Ultima curiosità per i nostri cari lettori: se dovessi scegliere dove esibirti (un palco, uno stadio ecc…), per un tuo concerto, dove ti esibiresti e perché?
Se devo dirti una location sogno, il Madison square Garden. Mi sentirei consacrato. Oggi mi piacerebbe fare dei club italiani.
Biografia.
Niko, al secolo Nicola Lattanzio, è un cantautore e polistrumentista italiano nato a Rieti che cresce con la musica come compagna costante. La scoperta della sua passione avviene presto, tra viaggi in auto cantando a memoria le hit italiane degli anni ’80 e lezioni private di chitarra classica. A soli dodici anni entra a far parte del coro Giovanni Pascoli della sua città, dove suona la chitarra e inizia ad esibirsi pubblicamente. Nel 2000 intraprende un percorso di studio vocale con Lorena Scaccia (metodo di Nora Orlandi), approfondendo anche dizione e presenza scenica. Due anni più tardi si affaccia per la prima volta a un palco in qualità di cantante, grazie alla manifestazione benefica “Natale in Musica”, conquistando l’attenzione del pubblico. Inizia così un percorso fatto di prove, scrittura e concerti nei locali del Lazio. Dal 2004 al 2006 rinnova la sua presenza a “Natale in Musica”, ma sente il bisogno di dare voce alle proprie emozioni scrivendo i primi brani inediti. Nel frattempo si forma alla Nuova Accademia Musica e Spettacolo di Rieti, studiando pianoforte, teoria e armonia, e avvia una collaborazione con Luca Vincenti Mareri Tosoni, con cui inizierà la produzione del suo primo album. Nel 2009 realizza su commissione una canzone per bambini allegata a un libro, mentre nel 2011, con “Le storie di Panfilo”, entra nel circuito radiofonico nazionale. Nel 2012 arriva la collaborazione con il produttore Walter Babbini e la realizzazione dell’EP d’esordio presso i Revolver Studios di Guidonia, dove suonano musicisti di fama nazionale. Nel 2015, vince il “Premio alla miglior Presenza Scenica” di Sonic Factory e, nel 2025, con il singolo “Anime Perse”, inaugura un nuovo capitolo del suo cammino artistico. Un ritorno intimo e necessario, capace di toccare e attraversare il presente con delicatezza, lasciando spazio al silenzio e alle domande che spesso restano senza risposta.
La Redazione