Aprile 22, 2020

LA METAMORFOSI DEL TOPOS AMOROSO NEL TEMPO

Il Topos amoroso è sicuramente da sempre centrale nella storia della musica.

Ma come è cambiato il modo di approcciarsi ai sentimenti nel corso degli anni? Sicuramente tutti abbiamo ascoltato nella nostra vita almeno una volta canzoni come La cura del grande Battiato, o Rimmel di De Gregori, Ancora di De Crescenzo; e ancora i capolavori di artisti come Baglioni, Cocciante, Venditti, Dalla, Ranieri, Masini: stelle fisse nel firmamento della musica italiana.

 E tutti possiamo renderci conto del fatto che oggi sembra essersi sviluppato un approccio diverso al tema amoroso. La musica è ancora piena di amore, e come potrebbe essere altrimenti? Sappiamo che fin dall’alba dei tempi l’uomo, anche il più cinico, vive ricercando la metà che riesca a completarlo. Sono cambiate però le modalità, soprattutto se vogliamo incentrare il nostro discorso sul non-genere indie, che spopola sempre di più tra i giovanissimi. Possiamo dire che la musica di oggi stia subendo un po’ le mutazioni che la letteratura ha subito agli esordi del 900, in seguito alla perdita delle certezze e l’avvento della psicoanalisi, e che stia perciò cambiando progressivamente.

I ragazzi apprezzano sempre di meno le vecchie canzoni, le considerano pesanti e troppo smielate, addirittura banali. Canzoni con testi magnifici, fatti di pura poesia, ma che il più delle volte ci parlano di sentimenti troppo semplici per la società frenetica in cui viviamo; e caratterizzate da melodie dolci e armoniose che le rendono poco adatte all’udito di una generazione abituata a suoni completamente diversi. L’indie cerca forse di rispondere a questo nuovo bisogno folgorandoci con testi ricchi di metafore, molto più psicologici e difficili da interpretare: un’artista indie dirà mi sono addormentato di te.

C’è anche una rivoluzione strettamente legata al sound che vede ritmi meno lenti e più cadenzati, anche in seguito al sostegno dell’elettronica, sempre più presente negli arrangiamenti dei brani. Non si parla più solo dell’amore in sé, non c’è più il sentimentalismo disinteressato, si prediligono temi decadenti e Baudelairiani. È un continuo perpetuarsi dell’odi et amo Catulliano con forti risvolti psicologici.

Amore all’arsenico, Panna montata al veleno: ci si sofferma su amori vissuti come malattie, amori negativi e deleteri di cui però non si può fare a meno. Come se le emozioni forti non si ricercassero più nella felice condivisione di una vita normale e serena, ma nell’euforia del dolore.

Forse perché ormai non si spera più nell’eternità che ci prometteva Battiato dicendoci: supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare, forse perché i giovani di oggi nemmeno ci pensano all’idea di poter invecchiare con un’altra persona. Il mondo è diventato troppo individualista e si prediligono gli amori impossibili, quelli che non ci danno la vera possibilità di scegliere, quelli che non implicano la perdita della nostra individualità.

Annalisa Di lorenzo

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