Amore come desiderio, desiderio come una malattia che riesce ad infettare ogni piega del tuo corpo, fino a farti delirare e a non farti più distinguere il sonno dalla realtà.
Mondo onirico ed erotismo sono due elementi compresenti in “Rambla“, quarto singolo della “Resistencia“, gruppo emergente che a poco a poco si sta facendo conoscere nel panorama indie-pop italiano, attraverso la produzione di Michele Canova e la distribuzione di Universal.
Nel testo, il dialetto napoletano si intreccia all’inglese raggiungendo un plurilinguismo senza tempo, al di fuori delle coordinate spaziali, proprio come l’amore descritto: “I WANNA BE O’ SUONN TOJE PCCHÉ SI O MIJ” .
Napoli come Barcellona e il rettifilo come una Rambla: queste le immagini confuse disegnate da un cuore analfabeta, incapace di esprimere la potenza del sentimento custodito, e che per questo prova materializzarlo attraverso l’utilizzo metafore e analogie senza fili.
L’unica volontà espressa dall’io nartante è quella di fermare il tempo nell’attimo perfetto in cui quella donna fatale, tra il mare e le stelle intravisti dai romantici vicoli napoletani, sembra essere solo sua. Tangibile appare la paura di poter perdere l’unica cosa in grado di farlo sentire vivo, il suo sogno più segreto: Caterina, la rosa maggese, bella come il Real Madrid e reale come l’erba spacciata nei quartieri malfamati di una Napoli ferina, ma spaventosamente vera.
La Resistencia è un collettivo anonimo napoletano nato in un contesto storico di distanziamento sociale ma unito dall’urgenza espressiva di un’intera generazione. Tramite la poesia romantica partenopea, quella che imbratta di graffiti i muri fragili di periferia, liriche e iconografie affondano le proprie radici nella napoletanità sacra e profana, dissacrante e “clandestina”. Il loro sound alterna elementi contemporanei ai classici suoni sintetici degli anni ’80-’90.
Annalisa Di Lorenzo